Francesco De Angelis, 55 anni, vice-brigadiere dei carabinieri, è morto ieri pomeriggio. Restano intatte e esemplari le sue battaglie, gli onori sul campo, le onorificenze, gli encomi, la sua dedizione all’arma: per chi resta solo un solco da seguire.
De Angelis aveva scoperto fortuitamente dopo un controllo medico avvenuto a seguito di una colluttazione con un malvivente, di avere un tumore ai polmoni, poi diffusosi anche al cervello. Da quel giorno sono passati circa dieci anni, un periodo in cui non si è mai arreso alla malattia e soprattutto al riconoscimento della causa di servizio per l’esposizione all’uranio impoverito. Era stato in missione nei Balcani quattro volte: Bosnia Erzegovina, Albania, Kosovo dove aveva avuto incarichi operativi in borghese e attività antidroga a Sarajevo mentre in Albania venne affidato alle operazioni di polizia militare. Un combattente, così come lo era stato a partire dagli anni ’90 nella lotta ai clan camorristici e ai delinquenti dell’area stabiese e dell’agro nocerino sarnese. Ciccio ‘o napulitan, così era noto, non ha mai lesinato il suo coraggio, in prima linea, sembrava invincibile.
La battaglia per il riconoscimento dello status di vittima dell’uranio impoverito l’ha condotta fino alla fine. Clamorose le sue proteste, ancora vivi i suoi appelli insieme ai colleghi che come lui erano stati a contatto con i proiettili e le bombe della Nato nei Balcani. Alcuni compagni di battaglia li aveva persi durante il tragitto, per loro ha continuato la sua crociata contro l’uranio e le resistenze istituzioni. E quando era riuscito ad ottenere il riconoscimento della causa di servizio aveva dato speranza a chi ancora combatte contro la burocrazia.
Da ieri, Ciccio De Angelis, non è più. Lascia tangibile un libro che racconta la sua storia: “Quando tutto cambia – storia di Franco”, scritto da sua nipote Francesca De Angelis e pubblicato per i tipi di Polis Edizioni, ma anche interviste, appelli. Un solco incolmabile di coraggio e speranza per chi lotta per vincere la malattia ma anche le ingiustizie sociali. Da ieri migliaia sono stati i messaggi di cordoglio alla famiglia, agli amici e colleghi con i quali ha diviso e condiviso i giorni e le ore di servizio nell’Arma e di vita.
La sua forza sembrava infinita e fino alla fine tutti quelli che lo amavano e lo conoscevano hanno sperato che dopo la burocrazia riuscisse a sconfiggere anche il cancro. Ma purtroppo così non è stato. Resta il dolore e la speranza che ha lasciato con le sue battaglie per la legalità e i diritti di uomo dello stato che ha onorato la divisa.
I funerali si svolgeranno, oggi 27 agosto alle ore 16, nella Chiesa di San Michele Arcangelo a Nocera Superiore. (r. f.)
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