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Semi di cannabis femminizzati: cosa sono e da dove provengono

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Le varietà di semi di Cannabis attualmente disponibili sono numerosissime, ed ognuna presenta particolarità interessanti agli occhi degli amanti di tale pianta. Tra tutti, i semi femminizzati risultano particolarmente apprezzati, in quanto ibridi appositamente per assicurarsi di ottenere già in partenza un certo tipo di prodotto.

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Sul mercato esistono molteplici varietà di semi femminizzati di cannabis, tuttavia non sempre i prodotti presenti online sono qualitativamente accettabili.

Oggi non è impossibile trovare prodotti assicurati, come ad esempio i semi femminizzati di Sensoryseeds, che sono disponibili in negozi online capaci di fare della selezione e distribuzione delle sementi di canapa una vera e propria vocazione. Procediamo quindi a fare alcune specifiche relative a questa tipologia di semi.

Semi femminizzati: cosa sono?

I semi di cannabis femminizzati sono subentrati nel mercato solo nel 1998, rivoluzionando il settore in questione.

In effetti, è bene sapere che tale varietà di semi è stata creata appositamente per ottenere solo piante di genere femminile. Le piante vengono pre-trattate in modo da assicurare una riuscita della produzione femminile al 99.9%.

Il motivo di tale scelta è stato dettato dall’esigenza di ottenere una resa maggiore dalle piante di cannabis. Difatti, le varietà femminili offrono una maggiore resa, nonché più fiori con un elevato numero di cannabinoidi.

Un’altra caratteristica interessante riguarda la possibilità di clonare le piante femminili. Si potrà coltivare una talea, riprendendo a pieno la genetica della madre.

Per quanto riguarda i raccolti, nel caso di coltivazioni esclusivamente di semi di cannabis femminizzati (e di qualità), le dimensioni possono variare.

Una lunga esposizione alla luce solare potrebbe portare le piante a crescere a dismisura. Si tratta di una varietà molto apprezzata anche per la stabilità e la crescita omogenea che presenta il raccolto, nonché per la resina qualitativamente eccellente che solo semi femminizzati possono garantire.

Semi femminizzati: come nascono?

Per chi non fosse ben esperto del settore, è molto interessante capire da dove nascono i semi femminizzati di cannabis. La genetica in questo campo è fondamentale: determina dimensioni, tipologia di fiori, resistenza e raccolto finale.

Oltre al genere maschile e femminile, è stato introdotto quello ermafrodita: una specie sviluppa entrambi gli organi riproduttivi, come se fosse un meccanismo di difesa, con cui si autoimpollinano e riescono a sopravvivere.

Per evitare ciò, è necessario non stressare la pianta e consentirle di crescere e fiorire con la giusta esposizione alla luce, nonché tenendola al giusto livello di umidità.

Il sesso delle piante di Cannabis è dato dalla presenza di cromosomi: la specie femminile è contraddistinta dalla presenza di due cromosomi X.

Di norma, nascono per offrire una produzione notevole, con un altrettanto notevole livello di THC, perché tali varietà conservano i principi attivi intrinsechi alla pianta, offrendo tutti i benefici ottenibili dalla cannabis.

Semi femminizzati: cosa sono gli autofiorenti?

I semi di cannabis autofiorenti appaiono, senza dubbio, la varietà più richiesta sul mercato. La motivazione è facilmente intuibile: si tratta di piante che possono fiorire senza tener conto del fotoperiodo.

Ciò implica l’opportunità di raccolti abbondanti ed in tempistiche brevi. Allo stesso tempo, gli autofiorenti sono i più apprezzati da chi non è esperto nel settore, perché richiedono sicuramente meno attenzione.

Di solito, nascono dall’ibridazione tra Indica/Sativa con la Ruderalis. Quest’ultima presenta livelli di THC più contenuti rispetto alle varietà menzionate poc’anzi, ma fiorisce in tempistiche piuttosto brevi.

In effetti, con semi di cannabis femminizzati autofiorenti, la fioritura avverrà già dopo circa 2/4 settimane dalla coltivazione. Bisogna chiarire che, tale tipologia di semi, comporterà una maggiore semplicità nella coltivazione e nella raccolta, ma anche una resa minore.

E’ chiaro che ognuno scegliere la varietà di semi femminizzati che preferisce in base alle proprie esigenze, poiché ogni specie possiede delle specifiche caratteristiche che la rendono interessante.

Per concludere, la differenza tra i semi è data dalla dicitura: “AUTOFEM” indica varietà femminizzate autofiorenti, mentre “FEM” è per semi da cui ottenere (al 99%) piante di genere femminile.

Semi di cannabis: cosa dice la legge italiana?

La realtà italiana è ancora abbastanza confusa a proposito dei semi di cannabis e l’uso da poterne fare, in termini legali naturalmente.

Dunque, è reato possedere semi di cannabis? Assolutamente no! Tuttavia, si tratta di semi esclusivamente da collezione. Nel caso di coltivazioni, è bene tenere a mente che le normative stabiliscono legali solo varietà il cui livello di THC non è superiore allo 0,06%.

Rispettando ciò, si potranno poi ottenere prodotti come oli, cibi, o fibre di canapa destinate all’abbigliamento.

Dunque, è possibile acquistare semi di cannabis a prescindere dal livello di THC che contengono solo se si terrà la confezione sigillata in caso di controlli e, naturalmente, si attesti la certificazione degli stessi.

Risulta molto interessante il decreto del 15 gennaio 2020 riguardo la presenza di tetraidrocannabinolo in prodotti (anche alimentari) da dover rispettare per non incorrere in problemi legali.

Per leggerlo in versione completa, sarà sufficiente visitare gazzettaufficiale.it e scoprire qual è la situazione in Italia per quanto riguarda la cannabis e i suoi derivati.

Semi femminizzati: riconoscerne le migliori varietà

L’introduzione di varietà di cannabis prettamente di genere femminile ha totalmente rivoluzionato il settore.


Articolo pubblicato il giorno 7 Agosto 2020 - 09:40 / di Cronache della Campania

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