Quei resti ritrovati oggi sono racchiusi in una bara, in attesa di essere analizzati, ma gli indumenti ritrovati a 200 metri dal corpo di Viviana, la sua mamma, lasciano pochi dubbi sull’identità della vittima. Daniele Mondello sbatte le mani sulla bara che contiene i resti umani trovati oggi nelle campagne di Caronia. Sono i resti del bimbo di 4 anni scomparso dal 3 agosto con la mamma Viviana Parisi, poi trovata morta, compatibili “con un bambino di quell’età” come ha sottolineato dal procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo. Appena è arrivata la bara con i resti del piccolo Gioele, Daniele Mondello si è gettato sulla cassa e ha iniziato piangendo a battere sul legno. Momenti strazianti sul luogo del ritrovamento del bambino. “Gioele” ha gridato più volte e poi si è accasciato sulla bara. Attorno a lui anche i parenti dell’uomo tra cui la sorella che in questi giorni hanno chiesto a gran voce che non venissero abbandonate le ricerche.
Sui resti ritrovati oggi si compiranno accertamenti per identificare, con certezza, se si tratta del piccolo Gioele.
“Abbiamo sempre pensato che il bambino fosse in questo posto è i fatti, purtroppo, ci hanno dato regione”. Ha detto il procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo dopo il ritrovamento. “Ringrazio tutti coloro che a vario titolo hanno partecipato alle ricerche – dice ancora – ci stringiamo attorno a questa famiglia”. “In questo momento escludiamo sul luogo la presenza di oggetti riconducibili alla madre di Gioele.”
“Ci siamo fatti delle ipotesi su quanto sia successo, se ne sono rafforzate alcune ne abbiamo scartate delle altre”. Dice rispondendo alle domande dei giornalisti sulle ipotesi per la morte di Viviana e Gioele. “Perdono quota – prosegue Cavallo – piste riconducibili ad ambiti familiari. Ma lasciateci lavorare e fare tutti i ragionamenti del caso. Molte ipotesi restano ancora in piedi dobbiamo lavorare e riflettere. L’autopsia verrà effettuata a breve. Ora è il momento di lavorare in silenzio”. Poi aggiunge: “Stiamo lavorando da 16 giorni e continueremo a farlo”.
Dopo il ritrovamento non mancano le polemiche sulle ricerche. A trovare il corpo dilaniato del piccolino è stato un volontario, un ex carabiniere. Ha cercato ‘dove gli altri non cercavano’ Giuseppe Di Bello, l’ex carabiniere di Capo d’Orlando, oggi in pensione, che ha segnalato la presenza dei resti di ossa durante le ricerche del piccolo figlio di Viviana Parisi, la DJ trovata morta nei boschi di Caronia. “Infilandomi dove gli altri non passano” ha risposto a chi gli chiedeva come avesse fatto a trovare qualcosa e che “sì” che c’erano tracce di animali.
Rispondono alle polemiche per il mancato ritrovamento nei giorni scorsi, i vigili del fuoco che hanno partecipato alle ricerche: “Ci sono livelli in cui si cerca una persona viva, ci sono livelli in cui si cerca qualcosa di più con un’altra intensità. Poi ci sono livelli in cui si cercano parti introvabili e si va con un’altra intensità di ricerca che comunque è stata fatta”. Ha detto Ambrogio Ponterio, vicecomandante dei vigili del fuoco di Messina. Ai cronisti che lo incalzavano sulle ricerche, il funzionario dei pompieri ha risposato: “E’ arrivata questa persona – ha aggiunto – che è un conoscitore dei luoghi, con strumenti atti a farsi spazio tra la vegetazione, aveva un falcetto che gli consentiva di passare dove passano gli animali”. “I droni? – ha concluso – dall’alto con questa fitta vegetazione riescono a vedere anche a terra? Non ci riescono…”.
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