“Faccio politica da quando ero ragazza, conosco la durezza delle battaglie elettorali, ma non ero abituata al fuoco amico che ho dovuto spiegare a mia madre e a mia figlia”. Cosi’ Annarita Patriarca, candidata per Forza Italia al consiglio regionale, guarda alle polemiche interne al partito sulla sua candidatura che hanno portato a una spaccatura ricucita solo a Roma, con il si’ finale alla sua presenza in lista. Patriarca, ex sindaco di Gragnano, e’ stata contestata da alcuni membri di Forza Italia per il marito condannato per concorso esterno in associazione camorristica e per un’inchiesta da cui e’ stata assolta.
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“Io ho fatto il consigliere comunale – ha precisato Patriarca in occasione della presentazione della lista di Forza Italia a Napoli – e il sindaco, oggi mi accingo a una battaglia con una dimensione differente ma sono abituata. Il problema e’ lo stile di certi comportamenti, se vogliamo aprire una nuova stagione di Forza Italia dobbiamo abbandonare le meschinita’ e l’uso di armi sbagliate, perche’ la guerra si fa all’avversario. Oggi in questa sala ho sentito che chi vince lo fa con il contributo di tutti e dobbiamo essere tutti concentrati dalla stessa parte, darci una mano l’uno con l’altro, invece di usare certi strumenti per buttare fango sulle persone”.
Patriarca ricorda i giorni delle polemiche: “E’ stato difficile – ricorda – spiegare a mia madre, ai miei figli perche’ mamma tornava a casa nervosa. Mia figlia ha 9 anni, le ho dovuto spiegare perche’ mamma ha dei nemici e parlarle del fuoco amico non e’ stato semplice. E’ stato un momento difficile per tutti che ha fatto usare parole sbagliate ma ora ci abbiamo messo una pietra sopra, perche’ l’obiettivo e’ il territorio e la nostra gente”. Molte polemiche interne a Forza Italia hanno riguardato la sua candidatura dopo il passo indietro di Armando Cesaro, capogruppo uscente, per le vicende giudiziarie della sua famiglia.
“Io – ricorda Patriarca – ho un’assoluzione perche’ il fatto non sussiste, altrimenti non sarei scesa in campo. Sono stata ferma otto anni prima di decidere di candidarmi nuovamente, se avessero avuto dei dubbi me lo avrebbero dovuto dire prima, e sarebbe stato meglio per tutti. I dubbi non mi sono mai stati palesati de visu, ho aperto il giornale e ho letto. E di alcune cose non capisco ancora finalita’ e contenuti perche’ sono non vere. Ma capisco che a volte bisognerebbe contare fino a dieci prima di parlare”.
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