La Procura generale colombiana ha ordinato di indagare su alcuni agenti della sezione di investigazione criminale della polizia di San Vicente del Caguan.
Secondo le accuse i 4 avrebbero permesso a dipendenti della missione di verifica dell’Onu di portare via dalla sua abitazione gli effetti personali di Mario Paciolla, alterando così la scena del luogo in cui il volontario 33enne è stato trovato morto il 15 luglio scorso. Lo scrive il giornale colombiano “El Expectador”, secondo cui quattro agenti sono accusati di aver agito con negligenza impedendo di alterare la scena, circostanza che rappresenta un’ostruzione alla giustizia: si tratta di Yomer José Velandia Casallas, Jesús Alberto Rada Gutiérrez, Carlos Alberto Cerón Anacona e Cristian David Giraldo López.
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Secondo quanto ricostruito, il giorno dopo la morte di Paciolla – trovato impiccato, con delle ferite da taglio sul corpo, in circostanze poco chiare – i funzionari dell’Unità indagini speciali del dipartimento di Salvaguardia e Sicurezza delle Nazioni Unite hanno ripulito il sito ed hanno portato via gli effetti personali del giovane, circostanza che ha reso impossibile raccogliere nuove prove materiali.
Nell’appartamento di Paciolla, secondo l’inventario inviato alla famiglia del volontario in Italia, sono stati rinvenuti sette milioni di pesos colombiani, pari a circa duemila euro, le sue carte di credito, il passaporto, una fotocamera Canon EOS700D con la sua Sd, un mouse, una pen drive, un mp3, alcune agende, ricevute, foto ed altri effetti personali.
Articolo pubblicato il giorno 2 Agosto 2020 - 16:33