Musei: a Milano si potranno visitare le sale che ospitano le collezioni permanenti ‘Da Canova a Boccioni’ e ‘Cantiere del 900’. ‘Da Canova a Boccioni’ propone un percorso che, partendo dal Neoclassicismo, documentato dai bassorilievi canoviani, giunge alle soglie del Novecento con le tele prefuturiste di Boccioni, passando attraverso un secolo di pittura italiana. La nuova selezione di opere del ‘Cantiere del ‘900’, il progetto dedicato alla valorizzazione del patrimonio artistico del XX e XXI secolo di Intesa Sanpaolo, inaugurato nel 2012 e rinnovato nel 2015, si sofferma in questa edizione su una scelta di capolavori degli anni Cinquanta-Ottanta, con lavori di Fontana, Burri, Vedova, Afro, Dorazio, Schifano, Manzoni. Sempre nell’ambito di ‘Cantiere del 900’, fino a fine mese viene proposto un approfondimento temporaneo sull’Arte nucleare.
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A Napoli, a Palazzo Zevallos Stigliano, torna protagonista il capolavoro assoluto delle collezioni Intesa Sanpaolo: il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio.
A Vicenza, il piano nobile di Palazzo Leoni Montanari guida gli ospiti in un percorso rinnovato: accanto alla collezione del Settecento Veneto, un viaggio nella Venezia del ‘700 con dipinti di Guardi, Longhi e Carlevarijs e la piramide di sessanta figure scolpite in un unico pezzo di marmo di Carrara, realizzata nella metà del Settecento da Agostino Fasolato. Intesa Sanpaolo consiglia di acquistare sul sito delle Gallerie d’Italia (sezione Informazioni) il biglietto d’ingresso dove è anche possibile conoscere le indicazioni che consentono una visita in totale sicurezza.
L’ingresso alle Gallerie è gratuito per convenzionati, scuole, minori di 18 anni, clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo.
Approfondisci su: https://www.gallerieditalia.com/it/napoli/
Al secondo piano di Palazzo Zevallos Stigliano, nella raffinata Sala degli Stucchi, è conservata la perla della collezione permanente delle Gallerie d’Italia di Napoli: parliamo del Martirio di sant’Orsola, ultima opera di Caravaggio che ritrae il momento culminante dell’uccisione di Orsola, appena trafitta dal dardo scagliato dal re unno a cui non ha voluto concedersi.
Nel 1610 Michelangelo Merisi si trova a Napoli per la seconda volta nella sua vita, dopo il primo soggiorno nel 1606-1607, e qui dipinge diverse opere pubbliche e private tra cui il Martirio. L’opera era stata commissionata dal collezionista genovese Marco Antonio Doria a cui viene spedita in tutta fretta ancora fresca di vernice, circostanza che è all’origine della sua problematica storia conservativa.
Il dipinto arriva a destinazione sano e salvo nel giugno del 1610 anche se l’accoglienza dei genovesi è tiepida, quasi indifferente. Qui, nella città dei Doria, rimane fino al 1832 quando, a causa di complesse vicende ereditarie, rientrerà a Napoli.
Scopri nel video tutta la storia di Orsola e le vicende del quadro fino alla sua acquisizione per le collezioni della Banca.
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