Concorso esterno in associazione mafiosa. È l’accusa che ha portato all’arresto ai domiciliari dell’ex direttrice del carcere di Reggio Calabria, Maria Carmela Longo, su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dei Sostituti della Dda Stefano Musolino e Sabrina Fornaro.
L’ex direttrice, a parere dei pm, avrebbe messo in atto ”una sistematica violazione delle norme dell’ordinamento penitenziario e delle circolari del Dap”, concorrendo ”al mantenimento ed al rafforzamento delle associazioni a delinquere di tipo ‘ndranghetistico”. Nello specifico, Maria Carmela Longo avrebbe avallato ”le richieste dei detenuti ristretti presso la casa circondariale Panzera”.
E i detenuti che, secondo le accuse, potevano contare sulla compiacenza dell’ex direttrice, erano quelli ristretti in regime di ”alta sicurezza”, dunque indagati o imputati per associazione mafiosa o comunque per reati aggravati dalle modalità mafiose. Uno di loro sarebbe stato Paolo Romeo, avvocato ed ex parlamentate, alla sbarra nel processo ”Gotha”.
Inoltre, sulla compiacenza dell’ex direttrice avrebbero potuto contare anche boss del calibro di Cosimo Alvaro, Maurizio Cortese, Michele Crudo, Domenico Bellocco, appartenenti alle ‘ndrine di Reggio e provincia.
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