“Chiediamo al G20, all’FMI, alla Banca Mondiale, alle banche di sviluppo regionali e a tutti i Paesi di prendere atto della portata della crisi e sostenere tre iniziative di emergenza” si legge nella lettera aperta che vede tra i firmatari molti presidenti e primi ministri, tra cui Mary Robinson, ex presidente dell’Irlanda e alto commissario per i Diritti umani dell’Onu, Ban Ki-Moon, ex segretario generale dell’Onu, Graca Machel, Helen Clark, ex primo ministro della Nuova Zelanda e Gordon Brown, ex primo ministro del Regno Unito e Inviato speciale dell’Onu per l’istruzione globale. Secondo i firmatari sono necessarie misure urgenti per dare fondamentale priorità al destino di 30 milioni di bambini, i quali, secondo un rapporto dell’Unesco, anche con la fine dei lockdown, potrebbero non tornare mai a scuola.
Nella lettera ai leader del G20, ai governi nazionali e alle istituzioni finanziarie internazionali gli ex leader sottolineano anche che i bambini più poveri al mondo sono stati esclusi dalla possibilità di apprendere, sono stati privati dell’accesso a internet e sono sempre più malnutriti a causa della perdita dei pasti gratuiti a scuola – fondamentali per l’accesso al cibo per 300 milioni di bambini e bambine. I leader esortano inoltre il G20 ad aumentare i finanziamenti e a ricostruire l’educazione, in quanto “la Banca Mondiale stima che l’anno prossimo la spesa complessiva per l’educazione nei Paesi a medio e basso reddito potrebbe essere inferiore di 100-150 miliardi di dollari rispetto a quanto pianificato in precedenza”. “La pandemia di Covid-19 è una crisi sanitaria globale che ha messo il mondo di fronte a un’emergenza educativa senza precedenti. Questa emergenza rischia di negare a milioni di bambini il loro diritto all’educazione, esacerbando le disuguaglianze legate al benessere e al genere e intrappolando interi Paesi in una spirale fatta di crescita lenta, aumento della povertà e perdita di opportunità. I governi dovrebbero investire nell’educazione, assistiamo invece a tagli senza precedenti nei bilanci. La comunità internazionale, come una sonnambula, sta andando verso un disastro educativo che si potrebbe evitare e che rischia di avere conseguenze su un’intera generazione”, ha affermato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children.
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