“Si tratta di un’operazione di civiltà collettiva: ognuno deve fare qualcosa a tutela di tutti e il test è proprio un qualcosa a tutela di tutti. In tante regioni ci sono anche problemi organizzativi”. Lo dice, in una intervista al Messaggero, Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi in merito ai test sierologici volontari tra il personale scolastico. “E’ necessario – aggiunge parlando dei mezzi di trasporto – che i ragazzi possano arrivare a scuola, e soprattutto in sicurezza. Non possiamo rischiare che la ripresa della scuola, dopo tanta fatica e un immenso lavoro dei dirigenti e del personale tutto, si areni sul problema trasporti”.
“Non si riuscirà a far arrivare gli studenti a scuola come prima, in orario, perché devono rispettare il distanziamento” sottolinea parlando dei rischi. “Servono nuovi mezzi pubblici su strada e quindi è necessario poter contare su nuovo personale. Si tratta di un meccanismo inevitabile, in tutto simile a quello che riguarda le classi con le norme del distanziamento – spiega Giannelli – nuove aule e nuovi docenti per far stare tutti più larghi. Se non viene raddoppiato il servizio, vuol dire che studenti e docenti arriveranno a scuola in un lasso di tempo più ampio. Quindi c’é la necessità di scaglionare le entrate delle scuole”.
“I comuni e le Regioni, intendo tutti gli enti locali di riferimento per i trasporti pubblici – precisa però – devono essere in grado di comunicare per tempo il piano dei trasporti. Altrimenti le scuole come possono programmare gli orari?”. “Per evitare ritardi insostenibili – aggiunge il capo dei presidi – dobbiamo tenere conto della gestione dei flussi in arrivo dei ragazzi. E dobbiamo avere queste informazioni quanto prima”.
“Non possiamo scoprire all’ultimo giorno se ci sono i mezzi oppure no. E soprattutto non possiamo permetterci di perdere le lezioni – dice ancora – Voglio sperare che il governo e le Regioni riescano a trovare in tempi brevi un accordo e un coordinamento su questo e sugli altri problemi ancora da risolvere. A cominciare – precisa Giannelli – dagli spazi necessari: dobbiamo sistemare ancora 20mila aule, anche questo è un problema noto da tempo”. Quanto ai banchi e alle mascherine dice: “I primi dovrebbero arrivare già in questi giorni e mi sembra una buona notizia. Ma le consegne dei banchi andranno avanti fino a fine ottobre almeno. Dobbiamo pensare anche alle scuole che aspetteranno gli arredi per intere settimane”.
Chi li ha già è perché, come spiega il capo dei presidi “acquistati dai singoli dirigenti, con fondi della singola scuola. La maggior parte ha fatto richiesta allo Stato e da lì ci aspettiamo che arrivino presto”. Infine i docenti: “Sappiamo che dovranno arrivarne 70mila tra docenti e personale Ata, ausiliari tecnici e amministrativi – spiega – na sarebbe necessario che siano a scuola entro il 14 settembre”.
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