Febbre, tosse, dolori muscolari e problemi gastrointestinali : questo è l’ordine progressivo più frequente dei sintomi principali da infezione da Sars-Cov-2.
Una delle principali caratteristiche che rende il Covid pericoloso è che i suoi principali sintomi caratteristici sono molto generici e sovrapponibili con quelli di diverse altre patologie simili come l’influenza stagionale. Quindi risulta molto difficile distinguere l’infezione da Covid rispetto a quelle causate da altre forme virali, a partire dalla classica influenza stagionale.
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Per cui inevitabilmente i sintomi del Covid-19 tenderanno a confondersi e a mescolarsi con quelli altri dei malanni stagionali. Ad ora soluzioni valide e definitive rispetto a questo problema n on ci sono e e il tampone rino-faringeo rimane l’unico strumento con buona affidabilità che permette di distinguere tra un’infezione virale e l’altra.
Una novità riguardo questa tema è arrivata da alcuni ricercatori dell’università della California del Sud che hanno pubblicato sulla rivista Frontiers in Public Health un lungo articolo sull’ordine cronologico più tipico della comparsa dei principali sintomi da Covid-19 ; la cosa più interessante è che in realtà ci sono differenze importanti sia con patologie da altri coronavirus, come Sars e Mers, sia soprattutto con la classica influenza.
Quali sono le differenze
Secondo i ricercatori, l’ordine più frequente della comparsa dei sintomi da Sars-Cov-2 sarebbe: febbre, tosse, dolori muscolari, nausea, vomito e diarrea. Dall’elenco sono stati esclusi altri sintomi che si presentano in modo meno frequente fra cui il mal di gola, il mal di testa e la spossatezza.
Per arrivare a queste conclusioni il punto di partenza sono stati i dati: infatti sono stati analizzati 55mila pazienti che hanno avuto una forma sintomatica di Covid-19, 150 pazienti Sars registrati a suo tempo a Toronto, 45 casi Mers in Corea del Sud e poi migliaia di persone colpite negli anni scorsi dalle varie forme annuali di influenza stagionale.
Con questo grande database, creato con il contributo dell’Organizzazione mondiale della sanità e e dell’università del Michigan, è stato poi eseguito uno studio statistico utilizzando il modello del processo stocastico markoviano, ossia costruendo per ogni patologia la catena più probabile della sintomatologia.
Come questo ordine cronologico ci può aiutare
I risultati di questo studio hanno riscontrato differenze tra Covid e gli altri virus ; ad esempio rispetto all’influenza, che è la patologia più facilmente confondibile con la Covid-19, l’ordine tra tosse e febbre è scambiato: cioè chi si ammala di influenza stagionale spesso manifesta la tosse già prima della comparsa della febbre ;
Invece rispetto alla Sars e alla Mers la situazione è più delicata perché proprio come per il Covid la febbre anticipa la tosse, e l’unica differenza statisticamente significativa sta nell’ordine dei tardivi sintomi dell’apparato gastrointestinale: col Covid-19 tende a scendere, passando prima dallo stomaco e poi dall’intestino (prima vomito e nausea poi diarrea, per intenderci), Sars e Mers hanno più spesso un andamento a risalire. Comunque proprio perché si tratta dei sintomi più tardivi, l’utilità pratica di questa conoscenza rischia di essere piuttosto scarsa.
Questo studio dovrebbe darci una piccola rassicurazione
Per i ricercatori che hanno condotto lo studio, i risultati dovrebbero darci una piccola rassicurazione: dato che la febbre è il primo sintomo di Covid-19 a comparire misurare la temperatura corporea delle persone potrebbe essere la scelta più adatta, proprio perché potrebbe identificare i pazienti in uno stadio precoce dell’infezione (mentre basandosi sulla tosse si arriverebbe più in ritardo, per esempio).
Quindi conoscere l’ordine dei sintomi può essere un aiuto in più sia per il medico sia per la singola persona sintomatica. La comparsa della febbre anzitempo rispetto alla tosse potrebbe fare da campanello d’allarme rendendo ancora più forte il sospetto che si tratti di Covid-19.
In ogni caso la comparsa della tosse prima della febbre non può certo bastare per escludere che si tratta del Coronavirus.
In conclusione questo studio può essere un aiuto nel combattere gli effetti della pandemia, ma non va confuso né con un metodo di diagnosi fai da te né con una scusa per la mancata esecuzione dei tamponi su pazienti sintomatici.
Articolo pubblicato il giorno 23 Agosto 2020 - 15:33