«Sul Covid serve un approccio diverso, altrimenti saràdifficile controllare i focolai che si verranno a creare in autunnoû. In estrema sintesi è questo il messaggio lanciato dalla professoressa Maria Triassi, direttore del Dipartimento di SanitàPubblica, Farmacoutilizzazione e Dermatologia della Federico II di Napoli. Per Triassi molte delle decisioni prese dalle Regioni sono dettate da un approccio sommario al problema, condizionato da una modalitàincompleta di presentazione dei dati. ëNon ha alcun senso, o meglio è estremamente riduttivo, â spiega Triassi â accorpare i dati e ragionare solo in termini di positivi e negativi. Per poter valutare il carico che la diffusione del virus ha sul Sistema sanitario nazionale si dovrebbe distinguere tra positivi asintomatici, positivi con sintomi lievi, con sintomi gravi, pazienti in terapia intensiva e pazienti deceduti. Inoltre â come accade in Campania â si dovrebbe anche distinguere tra positivi che si sono infettati in Italia e positivi che hanno contratto il Covid-19 in vacanza allâÂÂestero. Solo procedendo in questo modo â aggiunge la professoressa â si può convivere con il virus senza imporre ai nostri connazionali regole e diventi spesso insensati. La presentazione completa e corretta dei dati e la loro comunicazione alla popolazione contribuirebbe alla chiarezza ed eviterebbe equivoci fuorviantiû.
La questione riguarda anche e soprattutto quanto sta avvenendo oggi in Italia, con stringenti regole per i connazionali e nessun controllo, o quasi, per i turisti che provengono da Paesi anche ben più coinvolti del nostro nellâÂÂemergenza. CâÂÂè poi unâÂÂaltra questione che, pur se delicata, deve essere presa debitamente in considerazione ed è quella che riguarda gli immigrati che arrivano in Italia in clandestinitàe senza alcun controllo sanitario. ëOccuparci di queste persone â prosegue Triassi â è un nostro dovere, sia per la loro stessa salute, sia per evitare che si creino dei focolai incontrollati e incontrollabiliû. Per interrompere repentinamente la catena del contagio è infatti essenziale ricostruire i rapporti sociali e gli spostamenti dei soggetti risultati postivi, un lavoro quasi impossibile se rapportato a persone che spesso non hanno documenti e sfuggono a qualsiasi controllo. ëIn Veneto lâÂÂaumento dei casi â ricorda la professoressa â è dovuto in gran parte alla diffusione del virus in un un centro di accoglienza per immigrati in quarantena. Proteggere queste persone e le popolazioni che le accolgono è un dovere ed è il solo modo che abbiamo per evitare di trovarci con focolai che in autunno potrebbero diventare incontrollabiliû. In definitiva ëoccorre prevedere un sistema di raccolta dati rapido e unico per tutto il territorio nazionale, in modo da uniformare lâÂÂindagine epidemiologica e consentire una lettura omogenea del quadro epidemiologico essenziale. Inoltre, si deve puntare su tamponi rapidi per la diagnostica immediata, soprattutto quando nei pronto soccorso in autunno quando ci saràda distinguere tra le varie sindromi respiratorie. Non si potràaspettare ore per avere i risultatiû.
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