In corteo, qualcuno con i figli, altri con il padre. La protesta degli operai della Whirlpool contro la decisione dell’azienda di chiudere a ottobre lo stabilimento di Napoli, coinvolge tutti, non solo i dipendenti del sito, ma anche quelli degli altri opifici in tutta Italia.
A Napoli, sfilano dalla stazione di Mergellina, dove si sono radunati, verso il consolato americano, attraverso il lungomare, con striscioni, bandiere tricolore, tamburi e vessilli di Fiom, Fim e Uilm.
Con cappello o fazzoletto per proteggersi dal sole, ci sono intere generazioni che hanno lavorato in quella fabbrica o che da quella fabbrica prendono lo stipendio su cui costruire il loro futuro e che ora rischiano di perdere il lavoro. A Napoli vengono prodotte lavatrici di alta gamma, e proprio una di queste campeggia su uno striscione che reca lo slogan della battaglia ingaggiata un anno fa anche al MiSe per ora senza successo, ‘Whirlpool Napoli non molla’, che fa capolino anche in diverse magliette. A dare un sostegno concreto agli oltre 400 che a fine anno sarebbero senza reddito e occupazione sono arrivati gia’ da ieri, un po’ alla volta, da Varese, Melano, Siena, Comunanza, Pero e Cassinetta, insieme a delegazioni di lavoratori di altre aziende come l’Embraco di Torino. I manifestanti ora sono in presidio davanti i cancelli della rappresentanza Usa.
Articolo pubblicato il giorno 23 Luglio 2020 - 14:43