Figli dati in pegno agli usurai per lavorare in nero e pagare i debiti della famiglia. “E’ uno dei raccapriccianti modi di estinzione dei prestiti – o meglio per perpetuarli all’infinito – che stanno utilizzando gli strozzini in questi ultimi mesi”. Lo scrive Avvenire, spiegando che “la quarantena ha reso ancora piu’ drammatiche le condizioni di tante famiglie indebitate fino al collo”. Un fenomeno denunciato nel Casertano dal presidente della Camera di Commercio, Tommaso De Simone, “ma e’ possibile che altri episodi del genere si stiano verificando in altre zone del Mezzogiorno”, scrive il giornale dei vescovi. “Se ci sono figli o figlie in eta’ da lavoro, legalmente, maggiorenni o minorenni, lo strozzino – riferisce il presidente della Camera di Commercio locale – chiede al padre di impiegarli in un’azienda a lui vicina, ma non riconducibile alla sua persona. E in questo modo si paga il debito, se tutto va bene”. Un dramma, quello della necessita’ di chiedere del denaro che poi non si e’ in grado di restituire con i tassi chiesti dagli usurai, che e’ aumentato con la pandemia. Lo rivela anche la Consulta nazionale antiusura che fa riferimento alla Conferenza Episcopale Italiana. “Le vittime di usura – sottolineano i volontari dell’istituzione presieduta da monsignor Alberto D’Urso – si sono vendute gli organi, hanno fatto prostituire mogli e figli, si sono date fuoco, si sono lanciate dai piani alti delle abitazioni, hanno ingerito sostanze mortali, tante sono morte di crepacuore e per paure di minacce personali, familiari e aziendali”. Ora arriva la ‘schiavitu” per i figli delle vittime, anche se minori d’eta’, costrette a lavorare per un tempo indefinito per tentare di far fronte alle richieste degli usurai. Lo stretto legame tra pandemia e usura era stato evidenziato anche da Papa Francesco a fine aprile, in una delle messe a Santa Marta di quei giorni difficili del lockdown: “Tante famiglie hanno bisogno, fanno la fame, e purtroppo ad aiutarle sono egli usurai. Questa e’ un’altra pandemia, la pandemia sociale: famiglie di gente che ha lavoro giornaliero, o purtroppo lavoro in nero, non possono lavorare e non hanno da mangiare, con figli. E poi gli usurai che gli prendono il poco che hanno”. L’aumento esponenziale del ricorso agli usurai e’ stato di recente evidenziato anche da Caritas Italiana nel Rapporto sugli effetti dell’emergenza sanitaria sulle famiglie italiane.
Ma l’allarme usura in queste settimane e’ arrivato anche dall’Unita’ di Informazione Finanziaria e dai Commercialisti. Il rischio e’ che nel silenzio la criminalita’ organizzata, per sostenere famiglie e piccole aziende al collasso, si accaparri ricchezze costruite in una vita. De Simone della Camera di Commercio di Caserta dice ancora ad Avvenire: “Se non rientri del tuo debito con lo strozzino, questa procura a vendere si moltiplichera’, cioe’ ne saranno emesse altre: fintantoche’ avrai proprieta’ e l’usuraio ti presta soldi. Prestito che difficilmente si potra’ restituire: non tanto e non solo per gli interessi ovviamente elevatissimi, ma perche’ quando, come nella quarantena, non ci sono entrate economiche, l’ulteriore prestito ti serve per mangiare da un lato e per pagare le rate del debito dall’altro”.
[17: parola chiave caserta figli in pegno
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