Oltre 1,5 milioni di euro, risparmi di una vita affidati da ignari investitori modenesi nelle mani di promotori finanziari, rivelatisi essere sodali di un gruppo organizzato operante in Italia ed all’estero dedito alla commissione di truffe finanziarie, con l’ingannevole prospettiva di consistenti guadagni ed utilizzati, invece, per sostenere il loro elevato tenore di vita.
Sono questi gli elementi scoperti dai militari del Comando Provinciale di Modena nell’ambito di complesse e articolate indagini di polizia economico- finanziaria coordinate dalla Procura del capoluogo geminiano, nella persona del Sost. Proc. Dott. Marco Niccolini.
La raffinata architettura fraudolenta ricostruita dall’attività dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena ricalca il cosiddetto “schema PONZI”. Si tratta, in estrema sintesi, di una costruzione di abbaglio collettivo perpetrato con un sistema attraverso il quale un intermediario, promettendo lauti guadagni, riesce a convincere un numero inizialmente limitato di investitori ad affidargli notevoli somme di denaro che, in parte, vengono poi utilizzate per corrispondere “finti” interessi ed aumentare, così, l’appetibilità dell’investimento, dando il via ad un circolo “vizioso” in grado di attirare nuovi clienti, a loro volta remunerati con le provviste fornite dai precedenti. Il tutto senza alcun reale investimento finanziario, cosicché il promotore, una volta accumulato un patrimonio sufficiente ai suoi scopi, possa far perdere le tracce lasciando alle proprie vittime ingenti perdite economiche.
Basandosi su questo collaudato schema, un promotore finanziario modenese è riuscito ad ottenere da un’ampia platea di investitori oltre 1,5 milioni di euro che, invece di essere investiti in operazioni speculative sono stati veicolati su due società estere con sede in Lichtenstein, riconducibili ad altri sodali, e da qui distratti per garantire all’associazione di truffatori un tenore di vita ben al di sopra di quello che i risparmiatori ingannati speravano di ottenere grazie ai prospettati guadagni.
Le articolate indagini delle Fiamme Gialle di Modena si sono avvalse anche delle testimonianze di gran parte delle vittime finora individuate, principalmente pensionati, coppie desiderose di offrire ai propri figli una certa sicurezza in futuro, lavoratori, famiglie con vicende personali anche emotivamente toccanti.
All’esito delle investigazioni finora svolte, i Finanzieri di Modena hanno proceduto al sequestro preventivo di beni immobili, mobili registrati e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 1,2 milioni di euro, in esecuzione del provvedimento emesso dal Tribunale di Modena nella persona del G.I.P. – dr. Andrea Salvatore Romito, in accoglimento della richiesta avanzata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Modena – dr. Marco Niccolini
Sette le persone complessivamente indagate per reati che vanno dall’associazione a delinquere, alla truffa, riciclaggio e abusivismo finanziario, domiciliate nelle province di Modena, Torino, Milano, Bolzano ed Arezzo.
L’operazione descritta si inserisce nella più ampia lotta alle truffe e al connesso reimpiego dei proventi illeciti, condotta quotidianamente dal Corpo in forma integrata tramite le sue proiezioni investigative ed operative, per tutelare, attraverso il fermo contrasto alla criminalità economico-finanziaria, gli investitori/risparmiatori, promuovendo nel contempo un’adeguata educazione finanziaria, l’economia legale e il sano funzionamento del tessuto produttivo quale unico volano dell’economia del Paese, soprattutto in questo momento di rilancio.
Articolo pubblicato il giorno 31 Luglio 2020 - 13:22