E’ durata oltre 8 mesi l’indagine Incognito, dei carabinieri di Verbania in collaborazione con i militari dei Comandi Provinciali di Napoli, Caserta e Bologna, che ha permesso di smantellare una organizzazione in grado di ottenere centinaia di migliaia di euro da carte di credito intercettate prima di giungere ai destinatari.
I carabinieri hanno documentati in tutto 133 eventi delittuosi, commessi da gennaio a maggio 2019 ai danni di 122 parti offese, per una somma complessiva di diverse centinaia di migliaia di euro. Nel corso dell’indagine sono state rinvenute e sequestrare 220 carte di credito di provenienza illecita e 7.450 euro in contanti. Prende il nome da uno dei software utilizzati dalla banda, ‘Incognito’, l’operazione dei carabinieri di Verbania, in collaborazione con i militari dell’Arma di Napoli, Caserta e Bologna, che ha portato ad eseguire 11 misure cautelari (altre tre persone sono ricercate) emesse dal gip presso il Tribunale di Napoli. Si tratta di persone gravemente indiziate dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e all’indebita utilizzazione, con attivazione con metodi fraudolenti, di carte di credito/debito di illecita provenienza.
“Per raggiungere il loro scopo – spiega il colonnello Alberto Cicognani, Comandante provinciale dei carabinieri di Verbania – gli associati avevano costituito una struttura altamente organizzata. Da un locale adibito a ufficio, a Napoli, i destinatari delle carte di credito, ma anche uffici pubblici, banche e istituti finanziari, venivano contattati con metodi di ‘ingegneria sociale’, allo scopo di ottenere i dati riservati necessari all’attivazione e all’utilizzo delle carte di credito che avevano a disposizione”. “Per ingannare gli interlocutori – prosegue il colonnello Cicognani – venivano utilizzati anche programmi che modificano il numero telefonico del chiamante cosi’ da far credere al cliente che la chiamata provenisse dalla banca e viceversa”. I malviventi erano in grado di aggirare i sistemi di sicurezza attivati dalle banche e i truffati venivano a conoscenza degli addebiti solo alla ricezione dell’estratto conto