Traffico di droga, usura, estorsione, riciclaggio, la famiglia Senese con il capo Michele detto ‘o pazzo, legato al potente clan Moccia aveva messo le mani su molte attivitร commerciali di Roma e al Nord Italia.
Alle prime ore di questa mattina, militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e personale della Squadra Mobile di Roma, con il supporto di altre unitaฬ operative del Corpo e della Polizia di Stato, hanno dato esecuzione a unโordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 28 persone e a un sequestro preventivo di beni per circa 15 milioni di euro.
In particolare, sono state eseguite 16 misure cautelari in carcere nei confronti di:
SENESE Michele cl.1957;
SENESE Angelo cl.1962;
SENESE Vincenzo cl.1977;
GAGLIONE Raffaella cl.1959;
MASTROSANTI Domenico cl.1959;
LEONE Tonino cl.1962;
SORRENTINO Antonio cl.1963;
CIRINNAฬ Claudio cl.1966;
PRESUTTI Alessandro cl.1973;
GIUGLIANO Giovanni cl.1975;
BARRETTA Massimiliano cl.1975;
CAROCCIA Mauro cl.1976;
CAROCCIA Daniele cl.1977;
CELANO Dino cl.1981;
GREGORINI Emanuele cl.1989;
6 misure degli arresti domiciliari nei confronti di:
PAPABernardo Mauro cl.1951;
ESPOSITO Elena Pasqua cl.1985;
COSENTINO Alessandro cl.1969;
DโALESSANDRO Luca cl.1982;
DIGIOVANNI Ugoc l.1977;
CIRINNAฬ Riccardo cl.1994,
e 6 misure dellโobbligo di dimora a carico di:
OPPOLO Gennaro cl.1993;
SENESE Vincenzo cl.1990;
PEZZINI Emanuela cl.1981;
PIANCATELLI Lucia cl. 1963 (nei cui confronti eฬ stato disposto anche lโobbligo di presentazione alla PG);
DโALOISIO Emilia cl.1969( nei cui confronti eฬ stato disposto anche lโobbligo di presentazione alla PG);
MISERINO Francesco cl.1975,
ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso, di estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti, con lโaggravante di aver agito con metodo mafioso agevolando la galassia criminale della camorra campana che, dalla terra di origine, si eฬ delocalizzata, a partire dagli anni ottanta, anche nel Lazio e in altre regioni italiane.
In particolare, eฬ stata smantellata la famiglia โSENESEโ, piuฬ volte coinvolta in indagini di criminalitaฬ organizzata, facente capo al noto pluripregiudicato Michele SENESE (detto โMichele oโ pazzโ), attualmente detenuto presso la casa di reclusione di Catanzaro, dove sta scontando una condanna quale mandante dellโomicidio del โboss della Maranellaโ Giuseppe Carlino.
Il โgruppo SENESEโ, di origini napoletane, storicamente collegato al clan โMOCCIAโ di Afragola, si eฬ insediato stabilmente nella cittaฬ di Roma negli anni โ80, dove eฬ riuscito ad affermarsi tra le piuฬ influenti realtaฬ criminali capitoline, dedicandosi principalmente al traffico di stupefacenti, alla gestione delle piazze di spaccio e al riciclaggio di proventi illeciti, accrescendo il potere criminale ed economico e agevolando la persistenza e la pervasivitaฬ dellโassociazione mafiosa di riferimento.
La Capitale eฬ diventata il centro nevralgico per tessere le relazioni e i contatti con tutto il territorio nazionale, controllare le attivitaฬ illecite e convogliare gli ingenti profitti ricavati in settore economici in cui eฬ piuฬ facile investire denaro contante, non tracciabile.
La famiglia ha costituito cosi un sistema criminale organico, strutturato e collaudato, che ha potuto contare innanzitutto sul ruolo di Michele SENESE che, anche durante il periodo di detenzione, ha continuato a coordinare e gestire le attivitaฬ illecite della famiglia stabilendo la strategia criminale, mediante i messaggi criptici trasmessi ai familiari autorizzati a presenziare ai colloqui, in particolare il figlio (Vincenzo SENESE, classe โ77) e la moglie (Raffaela GAGLIONE, classeโ59). In almeno due occasioni, il detenuto si eฬ scambiato con il figlio, senza farsi notare dal personale di vigilanza, le calzature rispettivamente indossate.
Lโorganizzazione familiare si eฬ basata poi sul supporto di Angelo SENESE, fratello di Michele, con unโascesa delinquenziale da collocare alle fine degli anni โ90, allorquando subentrava nel controllo degli affari di famiglia in occasione del periodo di detenzione del fratello e soprattutto dopo lโuccisione dellโaltro fratello, Gennaro.
La loro notorietaฬ negli ambienti criminali ha consentito di muoversi liberamente senza bisogno di ricorrere con frequenza alla violenza. Eฬ stato accertato come fosse sufficiente spendere il nome della famiglia per caricare di forza intimidatrice la condotta illecita perpetrata.
Le indagini โ intraprese nel mese di marzo 2017 dallo sviluppo di alcune circostanze emerse nellโambito delle indagini che hanno interessato il pregiudicato ZIZZO Carlo, resosi nel frattempo latitante a seguito di provvedimento definitivo di carcerazione e catturato da questi organi investigativi il 13 settembre 2017 โ eฬ stata espletata attraverso lโesecuzione di numerose operazioni di intercettazione (telefoniche e ambientali), attivitaฬ di videoripresa supportate da servizi dinamici sul territorio, noncheฬ mediante lo sviluppo di molteplici e convergenti segnalazioni di operazioni sospette, la ricostruzione dei flussi finanziari e gli approfondimenti economico- patrimoniali di persone fisiche e giuridiche, anche interposte.
Lโattivitaฬ investigativa si eฬ concentrata sia sulla ricostruzione minuziosa dei piuฬ recenti fatti delittuosi sia sui canali di investimento, individuati dalla famiglia Senese -soggetti del tutto incapienti e privi di reddito- e dai soggetti che gravitano intorno ad essa per โripulireโ e far โfruttareโ le ingenti somme di denaro accumulate nel tempo e almeno in parte occultate, in maniera frazionata, in luoghi non convenzionali, spesso ricavati allโinterno di diversi immobili nella disponibilitaฬ della famiglia.
Piuฬ in dettaglio, le indagini hanno svelato una serie di condotte volte a dissimulare lโillecita provenienza del denaro mediante:
– la consegna del denaro contante a imprenditori collusi per specifici investimenti nelle proprie attivitaฬ commerciali, con il riconoscimento di un tasso dโinteresse usurario (anche del 10% mensile) alla famiglia Senese sul capitale prestato fino alla sua intera restituzione, e un ulteriore ritorno sotto forma di โutileโ e altri benefit (vacanze, soggiorni, pagamenti spese mediche, assunzioni, mantenimento di familiari di detenuti ecc.);
– la fraudolenta interposizione di persone fisiche e intestazione fittizia di persone giuridiche, anche di diritto estero, per immettere il denaro sporco nel sistema finanziario e nei circuiti dellโeconomia lecita, mediante apparenti contratti di prestiti/finanziamenti e altri documenti artificiosamente redatti, per eludere gli obblighi della normativa antiriciclaggio;
– cambi frequente di prestanome con ripetute operazioni di cessioni di quote societarie.
In tal modo, Michele SENESE, attraverso il figlio Vincenzo, ha dato avvio, dopo gli arresti di alcuni partners commerciali romani attivi nel settore delle auto, a consistenti investimenti, per circa 500 mila euro, nel commercio allโingrosso dellโabbigliamento, mediante societaฬ ubicate in provincia di Frosinone e Verona, la V.E.M. S.R.L. e la MANILA s.r.l di BARRETTA Massimiliano e la B.M.D. MODA S.R.L. di PAPA Bernardo.
Ulteriori 400 mila euro sono stati reimpiegati in Lombardia attraverso il supporto di due imprenditori operanti al Nord Italia ma di origine campana,perfettamente consapevoli dellโorigine dei fondi. I fondi illeciti sono stati utilizzati, tra lโaltro, per acquistare partite di capi dโabbigliamento a marchio โColmarโ e Disquaredโ.
Altre somme illecite, quantificate in 1 milione di euro, dapprima trasferite in Svizzera e gestite attraverso due soggetti giuridici esteri appositamente costituiti da un colluso imprenditore italiano residente in Svizzera- sono state impiegate per finanziarie attivitaฬ imprenditoriali di una societaฬ milanese (con unitaฬ operative in Campania) riconducibili a due ulteriori soggetti contigui al clan.
In questo senso, le evidenze investigative danno contezza di significativi collegamenti e flussi finanziari illeciti da/verso il paese elvetico, con inquinamenti di settori dellโeconomia lombarda e veneta, frutto dellโinterposizione di societaฬ costituite ad hoc nel Nord Italia dove immettere nel circuito economico legale risorse finanziarie di origine criminale.
Si tratta di una strategia pianificata, tesa a fare business laddove sussistono maggiori opportunitaฬ di profitto.
Parallelamente, Angelo SENESE eฬ riuscito a far confluire le risorse del gruppo criminale, con investimenti illeciti per oltre 230.000 euro, in note attivitaฬ di ristorazione nella Capitale โ tra le quali โDA BAFFOโ e โDA BAFFO 2โ โ noncheฬ in un importante stabilimento in provincia di Latina di produzione casearia, ricorrendo sempre a prestanome.
Particolarmente significative, inoltre, le condotte usurarie ed estorsive poste in essere nei confronti di un ex imprenditore romano operante nei settori dellโautonoleggio e della produzione cinematografica che, dal 2017, a causa di un perdurante stato di indebitamento, ottiene da Vincenzo SENESE, in cinque tranches, un consistente prestito di 130.000 euro a un tasso usurario del 120% annuo, con la conseguente impossibilitaฬ alla restituzione.
Le risultanze investigative hanno evidenziato il persistente stato di assoggettamento della vittima, determinato da continue pressioni e minacce sia nei suoi confronti che dei relativi familiari.
Un rapporto debitorio nei confronti del SENESE caratterizzato da continue e improvvise richieste di incontri de visu per verificare lโattendibilitaฬ alla restituzione del denaro; minacce di morte; richieste estorsive per 15.000 euro non rientranti nel rapporto usurario di piuฬ ricariche postepay e trasferimenti di denaro mediante money transfer; pagamenti di spese per viaggi di lavoro e di piacere dellโusuario, prestito forzoso della propria autovettura.
Inoltre, a danno dello stesso ex imprenditore sono emerse ulteriori condotte illecite commesse da due soggetti romani (padre e figlio), per lโerogazione di un altro prestito usurario di 138.000 euro (consegnati in quattro tranche con tassi del 120% annuo) con reiterate minacce di possibili violenze nei suoi confronti e dei familiari. Anche in questo caso, parte dei soldi dovuti a titolo di interesse venivano versati dalla vittima su carte di credito prepagate.
Infine, anche nei confronti degli imprenditori PAPA e BARRETTA, SENESE Vincenzo cl.โ77 e il padre Michele, in corrispettivo di prestazioni in denaro per un totale di 200mila euro, si facevano riconoscere interessi del 4% mensile (48% annuo) sul capitale prestato, fino alla sua intera restituzione.
Con il medesimo provvedimento restrittivo, attesa la puntuale ricostruzione patrimoniale, eฬ stato altresiฬ disposto, ed eseguito, il sequestro preventivo delle disponibilitaฬ finanziarie di alcuni indagati, di beni e societaฬ per un valore stimabile in oltre 15 milioni di euro:
– il complesso aziendale di 10 societaฬ, tra cui 4 societaฬ attive nella ristorazione (tutte con sede a Roma), 5 nel commercio allโingrosso e dettaglio di abbigliamento (ubicate a Frosinone Verona, Milano, Brescia e Bergamo) e 1 caseificio (con stabilimento a Pontinia, in provincia di Latina);
– 5 unitaฬ immobiliari (quattro in provincia di Milano e una a Napoli );
– 1 imbarcazione da diporto.
Lโodierna operazione -che ha interessato anche le province di Milano, Verona, Napoli, Frosinone e LโAquila- si inserisce nel quadro delle azioni poste in essere dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, volte al contrasto dellโinfiltrazione della criminalitaฬ organizzata nellโeconomia legale, noncheฬ allโaggressione ai patrimoni illecitamente accumulati.
Articolo pubblicato il giorno 7 Luglio 2020 - 11:22
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