Due giorni fa, alla Camera dei deputati si è concluso il concitato iter in Commissione V del “decreto Rilancio”, in cui non sono mancati duri scontri (anche interni alla maggioranza) tra le varie forze politiche, lunghe sedute e riunioni “fiume” fino a tarda notte.
Il testo è approdato questa mattina in Aula e l’esame si concluderà entro la settimana prossima, in vista della “questione di fiducia” che, con ogni probabilità, sarà posta dal Governo al fine di velocizzare l’iter e non apportare ulteriori modifiche.
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Tra le novità approvate durante l’esame in Commissione, vi è la possibilità di applicare uno sconto pari fino al 20% delle aliquote e delle tariffe delle entrate tributarie e patrimoniali, come ad esempio l’IMU, la TARI e la TASI. L’unica condizione per poter beneficiare di tale sconto sarà l’obbligo, da parte del contribuente, di provvedere al pagamento autorizzando in modo permanente l’addebito diretto sul proprio conto corrente bancario o postale. Resta però ferma la necessità che sia il Comune a decidere, con propria delibera, se aderire a tale iniziativa e applicare così lo sconto. In questo modo, la norma prevede per gli Enti locali un margine di manovra fiscale, al fine di poter valutare autonomamente se tale novità introdotta dal decreto sia effettivamente sostenibile per il proprio bilancio.
Marco Barbato
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