Esce per la prima in Italia “Ragazzo di Luna” di Alexander Korotko per I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno
La casa editrice I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, continua la sua azione editoriale di voler diffondere in Italia latitudini altre della scrittura, autori che provengono da altri paesi nel mondo, ma che vale la pena conoscere per il loro spessore, la loro qualità, e il messaggio narrativo che in questa selezione, viene sempre legato in maniera indissolubile alla nostra contemporaneità. In questa opera di diffusione di poesia e letteratura di rilievo internazionale, nel nostro Paese, la casa editrice salentina si avvale della collaborazione della Casa della Poesia di Como e del suo Presidente Laura Garavaglia, che da anni organizza a Como il Festival Europeo della Poesia. Eccolo che viene presentato ai lettori italiani “Ragazzo di Luna” di Alexander Korotko
“Uno scrittore parla sempre al passato anche se si tratta dell’attimo appena trascorso. Ciò nonostante, «Ragazzo di luna» è in sintonia con il suo tempo. E’ estremamente difficile, se non impossibile, trasferire l’estemporaneità della vita sul foglio di carta. Forse l’autore si è posto quest’obiettivo? Probabilmente no. In “Ragazzo di luna”.
Alexander Korotko scardina numerose convenzioni letterarie. Comincerei dal genere letterario. Dapprima decisi di classificare questo testo come novella, ma poi sorse in me il sospetto che si trattasse di un romanzo. O che non fosse né una cosa né l’altra. Una novella e un romanzo al tempo stesso? Mi figuro il genere letterario di quest’opera come una specie di Trasformatore che prende le forme desiderate nel corso della vicenda, durante lo sviluppo del conflitto. Ciò viene dall’intimo, proprio come avviene nella vita reale. Ma la realtà di «Ragazzo di luna» è ben al di sopra della realtà materiale.
Il Trasformatore permette all’autore e al suo personaggio immaginario, Ragazzo di luna, sospeso sopra l’abisso del sogno in attesa di un risveglio salutare, di avanzare dall’inizio alla fine senza colpire i vivi, coloro che non dormono. Senza dubbio, questa prosa fluisce dalla penna di un poeta. “Aprii gli occhi. Un enorme essere asessuato che chiamiamo Mattino mi stava alle calcagna”: queste righe, come pure il titolo del libro, ne sono la prova più evidente. Solo un poeta, con la sua percezione mirata, è in grado di presentare le anime solitarie dei personaggi di questa storia drammatica che coinvolge dei giornalisti, degli uomini d’affari e probabilmente dei politici. Come prende corpo il progetto di un’opera? Con quali pennelli s’incollano le scene poetiche tra loro? E ciascuna incarna lo psicologismo di un lasso di tempo che produce una sensazione d’inclusione. Il tempo cola attraverso le pietre dei dialoghi che paiono insignificanti ed ecco che tutto si tocca alla fine: morte – vita, vita – morte… L’autore ha ben definito l’asse di uno dei processi fondamentali, quello della formazione del carattere femminile nella situazione estrema e fluida al tempo stesso, della vita e della sopravvivenza in un ambiente di squali, o più esattamente quello dei pesci di taglia media del mondo degli affari, questi ultimi alquanto noiosi, pericolosi e quasi disprezzati dallo scrittore come dall’eroina del racconto.
Inoltre, l’autore che s’impegna a scrivere nei panni di una donna rappresenta un caso decisamente raro nel panorama della letteratura contemporanea e quanto mai curioso per il lettore. La tentazione: ecco ciò che prova l’uomo moderno. La tentazione della gloria, del denaro, del potere. E’ questo il percorso che avevano seguito i romanzi americani dagli albori del capitalismo fino al XIX e all’inizio del XX secolo. Uscire da questo gioco rintracciando la propria identità? Sfortunatamente, pochissimi ci riescono. La morte attende coloro che hanno preferito fare orecchie da mercante alla parabola di Giuseppe e dei suoi fratelli.
Il personaggio principale scommette sull’amore o più esattamente sull’amata ignorando che anche lei scommette, ma senza voltare le spalle alle verità universali. Altrimenti… Altrimenti ciò spinge verso «il mestiere degli eletti e dei privilegiati – la solitudine». Al giorno d’oggi si parla molto della fine della letteratura, del fallimento del romanzo contemporaneo.
Le opere vengono definite ora commerciali, ora pensate per il premio Booker, ora scritte per soddisfare le riviste letterarie o nella speranza che vincano un premio qualunque. Sono tutti ragionamenti inconcludenti. La letteratura vive in virtù di altre leggi. La libertà e lo spazio illimitato in cui vive l’artista sono assicurati ed è in questo che risiede l’unicità della prosa fuori classe di Alexander Korotko. Essa è la smentita più evidente di tutte le arguzie sul declino della letteratura intesa come cultura e civiltà.” (Andreї Bitov)
Alexander Korotko è un poeta-filosofo e narratore ucraino. Ufficialmente entra sulla scena letteria nella seconda metà degli anni ‘80 del ‘900 con le sue prime pubblicazioni sul giornale gazeta. La sua prima raccolta di poesie vede la luce con la casa editrice Molod nel 1989. Oggi è autore di una trentina di libri (opere poetiche e di prosa). I suoi testi sono inseriti in antologie, almanacchi e riviste letterarie. Le sue poesie sono state tradotte in ebraico, inglese, francese, tedesco, polacco, greco e ucraino. È membro dell’Unione degli scrittori d’Israele, dell’Accademia Europea delle scienze, delle arti e delle lettere, vincitore del premio letterario dell’Accademia Mihai Eminescu (Romania, 2017) e del premio letterario L’amour de la liberté (Paris, 2017). Alexander Korotko ha lavorato con successo a generi diversi di poesia e di prosa. Suoi testi sono stati messi in scena e alcune poesie sono state musicate da compositori di fama e sono entrate nel repertorio di cantanti famosi. Ha concesso lunghe interviste alla stampa, alla televisione e alla radio. Le sue opere, interpretate dall’autore stesso, sono disponibili sul suo canale YouTube.
Sito Web www.korotko-poetry.com
Articolo pubblicato il giorno 28 Luglio 2020 - 10:15