Pompei. Cavalcavia di Via Masseria Curato: il Commissario Santi Giuffré si appresterebbe a varare – di intesa appunto con la RFI e con la benedizione di Osanna, ormai decollato verso i cieli romani con l’incarico di Direttore Generale Centrale su proposta del potente Ministro del Mibact Dario Franceschini – un Progetto generale di Sistemazione dell’intero fronte meridionale degli Scavi di Pompei, per il quale fior di architetti hanno avanzato proposte a partire da Renzo Piano. Ma i Rumors abbondano, mentre i fatti latitano.
Contro tale Nuova Sistemazione urbana si sono già mossi alcuni dei candidati a Sindaco che parlano di ennesimo svuotamento dei Poteri comunali della Città di Pompei e invocano partecipazione della Politica locale in fase decisionale. Un po’ troppo tardi per la verità, visto che il Progetto in effetti già circola e c’è chi contesta lo spostamento di qualche decina di metri del secondo cavalcavia a farsi nei pressi del Capannone ex Industriale, oggi sede del Supermercato Carrefour.
Intanto si fa sempre più alta la fibrillazione delle aziende che operano da decenni nella fascia urbana che costeggia a sud la Via Plinio, che si snoda davanti alla ex Pineta Demaniale oggi ridotta a brandelli di un verde malsano, in quanto la proposta progettuale a più voci dovrebbe avere gli effetti di una Variante dell’esausto PRG, Piano Regolatore Generale, vigente a Pompei dal 1985.
Non si sa per esempio che fine farà l’asse stradale e il basolato storico della via Plinio, nel suo tratto pompeiano, da Croce di Paselle, a Piazza Porta Marina, all’innesto nella Via Roma, fino in centro Città e fino al Campanile del Santuario Mariano. Ma soprattutto non si sa che fine faranno le aziende coinvolte nell’areale della zonizzazione di nuovo conio, che sarebbe il primo assaggio della Buffer Zone UNESCO degli Scavi di Pompei.
Circa le previsioni progettuali di riqualificazione urbana del fronte meridionale degli Scavi di Pompei (perché di questo si tratta, per essere chiari) i Rumors riferiscono di un ridisegno urbanistico che non ha tenuto conto delle realtà produttive come conformatesi e poi consolidatesi nel tempo. Cioè caratterizzate anche da diverse parti “abusive” sotto il profilo edilizio e urbanistico, ma che si sono rivelate necessarie sotto il profilo imprenditoriale.
Si sa che la Legge in materia edilizia in Italia non consente la sanatoria ex post di manufatti costruiti in violazione delle norme urbanistiche vigenti. Ma i privati si sentono in buona compagnia.
Infatti, nemmeno il megafabbricato per Uffici costruito con i fondi del Grande Progetto Pompei nella Pineta Demaniale – in piena area di salvaguardia paesaggistica e di Tutela archeologica – risulta in regola sotto tali profili. Insomma per gli imprenditori pompeiani della Via Plinio si dovrebbe applicare una sorta di sanatoria regolatrice dell’esistente né più né meno di quanto si farà o si potrà fare – se si potrà fare – per il megafabbricato Uffici della Soprintendenza Archeologica di Pompei. Chi vivrà, vedrà..
Federico L.I. Federico
Articolo pubblicato il giorno 6 Luglio 2020 - 07:56