A Scafati, secondo quanto sostiene il Consigliere comunale Michele Grimaldi, capogruppo dei Democratici e Progressisti, ci si trova dinanzi “una situazione inedita, surreale e preoccupante”.
“Ma nonostante l’argomento possa apparire di natura tecnica – spiega il consigliere in una nota stampa -, riguarda invece da vicino la vita quotidiana dei cittadini e cioè la capacità e la possibilità dell’Amministrazione di governare il presente e di programmare il futuro.
Tasse, qualità e quantità dei servizi, possibilità di sviluppo, infatti, passano tutte per il bilancio.
E dunque questa vicenda rappresenta, proprio per questo, il principale fallimento, amministrativo e politico, della Giunta Salvati.”, si legge nel comunicato.
“In un anno sono cambiati tre assessori al bilancio, e non sappiamo perché il primo sia stato rimosso, e perché il secondo abbia rassegnato le dimissioni. La commissione bilancio non ha un presidente, perché dimissionario. Il ragioniere capo ai primi di agosto andrà in pensione, e non si sa chi e come possa sostituirlo. Il rendiconto di gestione andava approvato entro il 30 giugno ed il Comune è a rischio di commissariamento. Quello previsionale non è stato ancora approvato, e l’Ente è costretto ad operare in dodicesimi, con aggravio di costi e impossibilità di programmazione.
Il Sindaco non sa chi sia il legale rappresentante della partecipata “Scafati sviluppo” né cosa stia accadendo in quell’area. Sulle farmacie comunali si hanno due perizie di valutazione, nessuna convenzione con il Consorzio per la gestione, nessuno controllo sul conto economico delle stesse ed estrema opacità nella redazione del bando di vendita. Si procede spediti e senza confronto nella costruzione della Azienda consortile per la gestione delle politiche sociali, bel mentre il Comune è creditore nei confronti degli altri Enti di una cifra superiore ai 5 milioni di euro, tra debiti pregressi del Piano di zona e canoni mai versati per la locazione dell’ufficio di collocamento: e non si capsice perché non ci si attivi per il recupero di queste somme.
Nel mentre la città è costantemente invasa dai rifuti, non è stato ancora approvato il bilancio dell’Acse 2019, e non è stato ancora nominato il nuovo Amministratore unico della società: non vorremmo che il ritardo – nonostante un bando pubblico che impone come criteri della nomina merito e trasparenza – sia dovuto al fatto che qualcuno stia aspettando il voto sul bilancio, vista l’incertezza sui numeri interna alla maggioranza.
Nel frattempo pare che il 28 luglio in Consiglio comunale dovranno essere discussi sia il rendiconto di gestione che il bilancio di previsione 2020-2022, senza che le commissioni consiliari si siano mai riunite per discuterne, e senza che ai consiglieri comunali sia stata data la possibilità di un confronto con il ragioniere capo e gli uffici preposti.
Una situazione vergognosa, sintomo del mancato rispetto istituzionale del Sindaco, e della sua incapacità di gestire in maniera ordinata e giusta la macchina comunale.
Ma quello che più preoccupa sul bilancio consuntivo è la relazione del Collegio dei Revisori dei conti, che prefigura un vero e proprio scenario da pre-dissesto: come si può leggere a pagina 52 addirittura “in considerazione della scarsa attendibilità e delle osservazioni esposte nella pagina precedente, non si è in grado di attestarne la completezza ed attendibilità”.
Ma sono molteplici le perplessità espresse dal Collegio, che tra l’altro sottolinea la necessità di controllare e monitorare l’accantonamento al fondo passività potenziali, avendo l’Ente quantificato l’importo in € 450.000,00 in maniera forfettaria, e il cui futuro manifestarsi, potrebbe non garantire gli equilibri di bilancio. La mancata realizzazione delle previste alienazioni, l’eccessiva quantità di debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive, la bassa percentuale di riscossione dei tributi rispetto agli accantonamenti, la mancata razionalizzazione della spesa per l’utenza, e soprattutto la cancellazione di residui attivi sono solo alcune delle criticità mosse dall’organo in questione.
Ci troviamo dunque dinanzi ad una situazione drammatica per la città, nel mentre il Sindaco – come Nerone che suonava la lira mentre Roma bruciava – passa il suo tempo tra riunioni di maggioranza e spettacoli di magia, cose che temiamo spesso coincidano.
Salvati non ha purtroppo la tempra, la voglia e la capacità per governare una città come Scafati: l’unica cosa sensata che dovrebbe fare – per la nostra comunità e per sé stesso – è dimettersi.”
Articolo pubblicato il giorno 20 Luglio 2020 - 13:26