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Omicidio del carabiniere Cerciello Rega, il collega Varriale racconta in aula la notte della tragedia

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Al processo per l’omicidio di Mario Cerciello Rega è la volta di Andrea Varriale, il collega del vicebrigadiere, chiamato a testimoniare sulla notte dell’omicidio.

 

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L’udienza dura poco più di un’ora, prima di essere interrotta per lo svenimento del suocero di Cerciello che ha un malore quando in aula viene fatta ascoltare la registrazione della chiamata ai soccorsi da parte di Varriale, subito dopo l’accoltellamento. Varriale, a un anno di distanza ancora fortemente provato dalla morte dell’amico, racconta davanti ai giudici della prima Corte d’Assise cosa accadde quella sera e come i due carabinieri vennero inviati dalla centrale operativa dopo il tentativo di estorsione ai danni di Sergio Brugiatelli.

I due militari non erano armati, ha ammesso Varriale, per un fatto di “praticità e mimetizzazione” durante il turno di lavoro in borghese.Il momento dell’aggressione è vivo nella sua memoria come fosse accaduto ieri: l’arrivo sul luogo dell’appuntamento che i due americani Finnegan Lee Elder e Natale Hjorth, entrambi accusati di omicidio, avevano fissato con Brugiatelli per la riconsegna del borsello rubato, in cambio di 100 euro e un grammo di cocaina; l’auto dei carabinieri lasciata poco distante, per permettere a Brugiatelli di attendere senza correre pericolo mentre i due militari erano a lavoro; la scoperta di quei due ragazzi, con la felpa, che non sembravano armati, né pericolosi e con i quali Varriale e Cerciello si identificarono come carabinieri.

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Quando i due carabinieri si avvicinano, i due ventenni, nel tentativo di fuggire, li aggrediscono come furie. Varriale ricorda bene che mentre cercava di tenere fermo Hjorth, sentiva Cerciello, impegnato nella colluttazione con Elder: “Gridava ‘Fermati, sono un carabiniere, fermati!’ E urlava come non lo avevo mai sentito”.Quando Varriale capisce che Cerciello è ferito lascia andare Hjorth e si getta sul collega per soccorrerlo: “Perdeva sangue a fiotti su un fianco, mi sono levato la maglietta e ho provato a fermare l’emorragia mentre chiamavo i soccorsi”, racconta. Nella registrazione della sua chiamata alla centrale operativa si sente tutto il dramma di quei momenti concitati.

Varriale urla all’amico di non mollare, dà indicazioni ai soccorritori che di lì a poco sarebbero intervenuti, mentre in sottofondo si sente il respiro affannoso della vittima. Dopo il malore in aula del suocero della vittima il giudice ha sospeso il processo fino a domani, per permettere alla vedova del vicebrigadiere di assistere il padre, portato in ospedale.


Articolo pubblicato il giorno 15 Luglio 2020 - 16:02 / di Cronache della Campania


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