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Omicidio Cerciello: i periti descrivono Elder ossesso da ‘ideazione suicidaria cronica’

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Omicidio Cerciello: periti descrivono Elder ossesso da “ideazione suicidaria cronica”.

 

Nell’ultima udienza del processo per l’omicidio di Mario Cerciello Rega, prima dell’interruzione estiva, i periti incaricati della Corte d’assise di Roma, hanno disegnato il quadro psicologico di Finnegan Lee Elder. Il ragazzo statunitense e’ imputato, insieme al coetaneo Gabriel Natale, dell’omicidio del vice brigadiere, ma sarebbe stato proprio lui, Elder, ad accoltellare a morte Cerciello il 26 luglio scorso.

“Al momento del fatto si rendeva conto di cosa stesse facendo; era capace di intendere e di volere” hanno detto i due periti, il medico legale Vittorio Fineschi e lo psichiatra Stefano Ferracuti. Una valutazione che, pero’, non propriamente definitiva dato che i due professionisti si sono riservati di leggere altre 600 pagine di una documentazione americana sulle vicende medico psichiatriche del ragazzo. Il solco, pero’, sembra essere tracciato dato che i periti hanno descritto il giovane condizionato da una vita di abusi di droga, ossessionato da una “ideazione suicidaria cronica” e da una infanzia di maltrattamenti, ma senza tracce di delirio o allucinazioni e quindi capace di intendere e di volere.

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“Era un bambino molto intelligente ma non adeguatamente compreso dall’ambiente in cui e’ cresciuto”. Cosi’ i periti hanno descritto l’infanzia di Elder. Una infanzia di maltrattamenti: “riferisce di bruciature di sigarette, di genitori che facevano uso di alcool e di forte conflittualita’ in famiglia” ma anche di un uso “ripetuto di droga tra cannabinoidi, cocaina e allucinogeni e anche psicofarmaci prescritti. Ha detto che l’assunzione dei cannabinoidi ha un uso terapeutico dato che e’ l’unica cosa che gli rende accettabile l’esistenza”.

Una esistenza piu’ volte portata sulla soglia della fine con suicidi tentati tanto che i periti definiscono la sua “una ideazione suicidaria cronica. Pensa da anni al suicidio caratteristica di disturbi alla personalita’ ma anche di un fattore genetico e conoscenza di altri fatti”. Elder avrebbe tentato il suicidio fin dall’eta’ dei 16 anni quando si taglio’ i polsi per due volte. In un’altra circostanza si sarebbe gettato dal Golden gate rischiando annegamento; “l’ultimo episodio poco prima del viaggio in Europa quando avrebbe giocato da solo alla roulette russa. Un fattore che potrebbe anche essere genetico dato che il nonno paterno e lo zio si sono tolti la vita”.

Parlando di suicidi i periti hanno anche riferito che “Elder dice di avere un ‘piano B’ qualora le cose si dovessero mettere male in seguito alla sentenza” senza pero’ precisare quale fosse. “Si rende conto -hanno sottolineato anche i periti – che si e’ rovinato la vita e che gli dispiace” per il carabiniere Mario Cerciello Rega “ma lo dice adesso che sta assumendo psicofarmaci in gran quantita'”. Su precisa domanda del aggiunto Nunzia D’Elia, relativamente alla possibilita’ che il ragazzo possa guarire, i periti hanno risposto che dai disturbi di personalita’ “non si puo’ guarire come da una polmonite. Si puo’ evolvere perche’ Elder e’ molto giovane. Ma non guarire”. Medico legale e psichiatra hanno affrontato con l’imputato recluso in carcere a Rebibbia, anche il passaggio focale della vicenda: l’aggressione a Cerciello.

“Ha detto – hanno riferito i periti- che se avesse saputo che” Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale “erano forze dell’ordine non avrebbe reagito cosi’ come poi ha fatto. Ha detto di aver perso il controllo durate l’aggressione, ma pensava che fossero mafiosi, intendendo, delinquenti. Sapevano di aver sottratto zaino e di aver chiesto soldi e droga. Si aspettava reazioni da quei delinquenti. Quindi la violenza e’ stata determinata dalla mancanza di cognizioni ma conserva la memoria dell’evento. Nella sua storia non ci sono state condizioni di disassociazione, di delirio o di allucinazioni”.

Inoltre Elder ha spiegato anche ai periti “che non ha pensato che” Varriale e Cerciello Rega “fossero appartenenti alle forze dell’ordine perche’ negli Usa i poliziotti in borghese intervengono per fatti importanti e non per questi fatti minori”. Dalle parti civili una sostanziale soddisfazione per gli esiti della giornata odierna. “A noi interessa che i due periti abbiano sostenuto che l’imputato Elder, all’epoca dei fatti, era assolutamente capace di intendere e di volere” Lo ha detto ad “Agenzia Nova” l’avvocato Massimo Ferrandino, legale della vedova Cerciello. “Adesso dovranno leggere altre carte fornite dalla difesa, ma il solco in questo senso e’ ormai tracciato”. Intanto venerdi’ sera il sindacato Sim carabinieri ha organizzato una fiaccolata in ricordo del vice brigadiere.


Articolo pubblicato il giorno 23 Luglio 2020 - 06:20

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