C’è una richiesta di adozione che arriva da tutta italia ma ci vorrà tempo prima della decisione finale. La sua storia ha commosso il web e l’Italia. “Lui e’ Luigi. Piccolo, mamma e papa’ ti ameranno per sempre”. Un messaggio di amore scritto su un bigliettino messo nella culla termica accanto al Neonato di appena 9 giorni abbandonato questa mattina a Bari, nella chiesa di San Giovanni Battista, nel rione di Poggiofranco.
Quella culla era stata installata da don Antonio Ruccia, in collaborazione con il reparto di Terapia intensiva neonatale del Policlinico, circa cinque anni fa proprio per accogliere quei piccoli, che per qualsiasi motivo, i genitori naturali decidono di non tenere. Venne installata dopo il ritrovato del corpo senza vita di una bimba su una spiaggia di Monopoli: “Non dovra’ accadere mai piu'”, fu detto. Dopo cinque anni, quella culla si e’ “riempita” per la prima volta. “Quando il mio cellulare, collegato alla culla termica, ha cominciato a squillare ho iniziato a tremare.
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Mi sono catapultato nell’area dove e’ installata la culla e ho visto questa creatura meravigliosa che strillava, piangeva ma allo stesso tempo mi e’ sembrato fosse curato e che stesse bene”, racconta con la voce rotta dall’emozione don Antonio. E’ stato lui il primo a prendere in braccio il Neonato, ad accertarsi che stesse bene e a chiamare il 118 e carabinieri. “Erano circa le 8 e 15 – riprende il parroco – il suono del telefono mi ha fatto salire il cuore alla gola. Quella suoneria squilla solo se la culla si aziona, quindi sapevo gia’ cosa stava accadendo”.
Il bimbo potrebbe essere di una coppia italiana, e’ in ottime condizioni di salute, ben curato e vestito con una tutina a fasce bianche e azzurre. “Il piccolo piangeva e strillava, vederlo mi ha emozionato tantissimo ma quando ho letto il bigliettino non ho potuto trattenere le lacrime”, dice il parroco. Il bimbo e’ stato portato dal 118 nel reparto di Neonatologia del Policlinico di Bari diretto dal professore Nicola Laforgia:
“E’ in buone condizioni – rassicura il primario – un bimbo sano. Inutile raccontare l’emozione dei colleghi che erano di turno, e’ la prima volta che quella culla viene utilizzata e io voglio vederci un segnale di speranza. La culla si e’ riempita in un momento particolare per tutti noi, per quello che abbiamo vissuto durante la fase acuta della pandemia. Non vorrei parlare di abbandono, e’ stato un atto di amore quello dei genitori che hanno lasciato il proprio figlio in un posto dove erano sicuri che sarebbe stato accolto e curato”.
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