A richiamare ancora una volta l’attenzione sugli annosi problemi dell’antica villa borbonica, è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione, che, da tempo, per sollecitare la riapertura integrale dell’unico polmone di verde pubblico a disposizione dei circa cinquantamila residenti del quartiere Vomero, ha messo in campo una serie d’iniziative, tra le quali una petizione online, indirizzando anche una nota al riguardo al presidente della Repubblica, Mattarella.
” Pochissime le persone che possono frequentare la parte del parco resa agibile, con panchine per lo più vuote, con i segnali del distanziamento apposti sugli schienali, che non si comprende chi dovrebbe far rispettare, mancando gli addetti alla vigilanza e non essendo mai stato installato un sistema di videosorveglianza – puntualizza Capodanno -. Pessime le condizioni nelle quali è stato restituita l’aiuola grande, al centro della quale compare ancora, transennato, il ceppo con le radici dell’albero caduto che, un tempo, creava comunque un cono d’ombra e di frescura, che oramai resta solo un lontano ricordo. Tutt’intorno, arse dal sole, zolle di terra battuta e erba secca e ingiallita, sempre per la mancata irrigazione, nonostante che l’acceso al prato sia stato oggetto di una prima inaugurazione, avvenuta il 2 giugno scorso, con accesso dal solo ingresso da via Aniello Falcone, accesso peraltro che, in questi giorni, è stato nuovamente chiuso, per la qual cosa l’ingresso al parco può avvenire solo da via Cimarosa “.
” Un quadro di degrado e d’abbandono che non lascia adito a dubbi e che richiederebbe maggiori approfondimenti da parte degli uffici competenti – aggiunge Capodanno -. Troppi alberi caduti, troppe piante morte, alcune delle quali risalenti alla sistemazione data nel lontano 1815, quando re Ferdinando fece dono della villa alla moglie, dall’allora direttore dell’Orto botanico di Napoli Friedrich Dehnhardt, che aveva fatto piantare nella villa circa 150 specie diverse. Il tutto causato dalla presumibile carenza della necessaria quanto costante manutenzione. Peraltro la maggior parte delle aree risultano ancora transennate, alcune addirittura dal lontano 2011, senza che si sia ancora provveduto a mettere in campo i lavori necessari per restituirle in sicurezza alla fruibilità e all’accesso dei cittadini, utilizzando i due milioni di euro annunciati nel marco 2019 e dello stanziamento dei quali, a sedici mesi dall’annuncio enfatizzato sui mass media, non si è saputo più nulla. Una situazione assurda quanto inaccettabile “.
” A questo quadro, già di per se non esaltante – sottolinea Capodanno -, si aggiunge anche il dato che non risulta ancora comunicata la data di riapertura del museo nazionale della ceramica Duca di Martina, posto all’interno del parco, il quale dunque continua a rimanere chiuso, a differenza di altri luoghi di cultura che fanno capo al MIBACT, come, rimanendo al Vomero, Castel Sant’Elmo e la Certosa di San Martino”. Il tutto con conseguenti ripercussioni sia d’immagine che di natura economica, anche per il perdurare della sospensione delle attività da svolgere all’interno del museo, con i mancati introiti per i biglietti d’ingresso che costituiscono un’evidente perdita per le casse dello Stato “.
Capodanno, al riguardo, nel ribadire la necessità di fare piena luce su tutte le vicende che hanno riguardato negli ultimi anni il parco della villa Floridiana, rilancia, nel contempo, la necessita di una diversa gestione dell’antico parco borbonico, rientrante attualmente nel patrimonio del MIBACT. Una proposta percorribile potrebbe essere quella di svincolare il parco dal museo Duca di Martina, del quale attualmente è considerato giardino storico annesso, e di affidarne la gestione, anche attraverso un’apposita convenzione di concessione in comodato d’uso gratuito, alla Regione Campania, potendo così usufruire delle provvidenze economiche, messe a disposizione anche dall’Unione europea, per i parchi regionali.
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