Alle 19 nel Casino della Regina del Real Bosco di Capodimonte (ingresso da Porta Miano) Claudio Di Palma e Marina Sorrenti portano in scena per la sezione Progetti speciali la lettura drammatizzata “Tutte le notti di un giorno” di Alberto Conejero a cura dell’Instituto Cervantes. Protagonisti Samuel e Silvia, tanto vicini eppure lontani l’uno dall’altro.
L’opera di Alberto Conejero (Jaèn, 1978), è tradotta per la prima volta in italiano su commissione dell’Instituto Cervantes di Napoli. Lo spettacolo viene trasmesso anche gratuitamente in diretta streaming su live.napoliteatrofestival.it, su live.napoliteatrofestival.it, su Radio Crc, e sulla piattaforma Ecosistema digitale per la cultura della Regione Campania.
Per la sezione Osservatorio, alle 21 e alle 23 nel Giardino Romantico di Palazzo Reale, in scena in prima assoluta “L’isola degli invertiti”, di Antonio Mocciola per la regia di Marco Prato. Interpreti Diego Sommaripa, Tommaso Arnaldi, Francesco Giannotti.
Sinossi dello spettacolo “L’isola degli invertiti”
Negli anni ’30 partì, su ordine del PNF ma anche per iniziative iperzelanti di alcune questure locali una spietata caccia all’omosessuale, vero o presunto. Una mattanza che porterà al confino, soprattutto nelle remote Isole Tremiti, centinaia di “invertiti”. In questo olocausto silenzioso – l’omosessualità non era ufficialmente punita dal nostro codice penale semplicemente perché non se ne ammetteva neppure l’esistenza – si intrecciano le vicende di Modesto e Vito, due personalità opposte. Fascista convinto, padre di due figli, represso e violento l’uno; sarto esuberante, gioviale, risolto nei propri gusti e felicemente effeminato l’altro. Si conosceranno in una sala da ballo, scoccherà la scintilla, ma dopo la delazione della moglie di Modesto si troveranno entrambi prima in questura, dove avranno atteggiamenti ancora una volta opposti alle accuse del questore Molina, e poi alle Tremiti, confinati, e separati da un muro ideale, che si abbatterà una volta liberati, alla fine della guerra. I loro corpi vivranno come le loro anime: allacciati e bollenti nel primo quadro, nudi e smarriti davanti al fuoco delle accuse nel secondo, laceri e distanti, ma paradossalmente finalmente liberi, nel terzo, in cui – ormai condannati – potranno liberare la loro vera identità, che sarà sorprendentemente opposto rispetto a quando li abbiamo conosciuti.
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