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Napoletano morto in Colombia: emergono sempre più ombre. Attesa per i risultati dell’autopsia

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L’ombra di un nuovo caso Regeni accompagna in queste ore il dolore dei familiari di Mario Paciolla, il cooperante napoletano trovato morto tre giorni fa nella sua abitazione di San Vicente del Caguan, in Colombia. Di oscure analogie con il caso del dottorando dell’universita’ di Cambridge giustiziato in Egitto dopo essere stato torturato parlano apertamente gli amici di Paciolla, ma anche il senatore Sandro Ruotolo in un’interrogazione.

 

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Scettico sulla versione del suicidio anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che ieri ha contattato il ministro degli Esteri Di Maio ricevendo rassicurazioni sull’impegno della Farnesina a fare luce sul caso e si e’ recato nel pomeriggio a fare visita alla famiglia di Mario Paciolla.

Emergono sempre più ombre sulle cause del decesso e l’ipotesi del suicidio appare inverosimile. Su iniziativa della Missione ONU, si è svolta ieri una videoconferenza con il Vice Procuratore Generale (Vice Fiscal General), Martha Mancera, con i familiari di Paciolla. Alla conferenza ha partecipato anche l’ambasciatore italiano, Gherardo Amaduzzi. La Farnesina, Luigi Di Maio in testa, vuole vederci chiaro.

Due giorni fa era stata effettuata l’autopsia sul corpo del giovane napoletano, il ministero degli esteri italiano avrebbe richiesto per l’operazione la presenza di medici legali di fiducia dell’ambasciata italiana. Gli esiti si conosceranno non prima di dieci giorni. Ieri la salma del giovane cooperante napoletano è stata portata a Bogotà in attesa di farla rientrare al più presto in Italia. Per martedì l’ambasciata italiana in Colombia avrebbe comunque organizzato un viaggio a Bogotà per i familiari del ragazzo qualora non si riuscisse a portare il corpo a Napoli in breve tempo.

Nei prossimi giorni in Colombia potrebbero arrivare anche agenti dello Scip, il Servizio di cooperazione internazionale della Polizia, che si occupano dei casi internazionali più delicati, Dovranno collaborare alle indagini da parte delle autorità locali.

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Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, si e’ recato nel pomeriggio di ieri a fare visita alla famiglia di Mario Paciolla. De Magistris ha incontrato la madre, il padre, le sorelle e le cugine del giovane napoletano per oltre un’ora. ”Ho garantito loro – ha spiegato il primo cittadino – il massimo impegno mio personale e della citta’ per evitare il silenziatore e affinche’ sia rigorosamente fatto di tutto da parte del Governo per sostenere la ricerca della verita’ e della giustizia. Parlando con loro ho avuto la conferma di quanto questo ragazzo fosse figlio e orgoglio di questa citta’ e di quanto per la famiglia e’ assolutamente impensabile che si possa essere suicidato”. Il sindaco ha riferito di aver trovato una famiglia ”molto affranta ma desiderosa di avere verita’ e giustizia. Questo e’ il loro impegno, il loro stimolo e la richiesta che fanno a noi, al Governo e al Paese – ha sottolineato – perche’ sanno che Mario tutto avrebbe voluto fare tranne che suicidarsi e tra l’altro aveva fortemente voluto acquistare il biglietto per rientrare in Italia il prossimo 20 luglio e aveva manifestato loro la voglia di rientrare al piu’ presto in Europa e in Italia. Li ho trovati – conclude – ansiosi che ci sia l’attenzione giusta sulla vicenda”.

 

Sul caso Paciolla si muove anche il Parlamento con il senatore Sandro Ruotolo (Gruppo Misto) che annuncia una interrogazione urgente in cui chiede al premier Conte e al ministro Di Maio “un intervento forte, deciso e immediato nei confronti del Governo colombiano affinche’ si faccia chiarezza e giustizia sulla morte violenta del nostro connazionale”. “Sembra di assistere – sottolinea – a una vicenda simile a quella di Giulio Regeni. Da cio’ che emerge dai media e da molte testimonianze sul cadavere sono stati rilevati ‘tagli provocati da coltelli o da lame acuminate che non sono state trovate in casa'”. “Il ruolo volontario svolto da Mario Paciolla in un regime di narcoeconomia ha infastidito qualcuno?”, si chiede il senatore che conclude la sua interrogazione con la richiesta “di convocare l’ambasciatore della Colombia per far giungere le rimostranze del Governo italiano”. Dalla Colombia, infine, gli ex guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie (Farc) ricordano Mario come “un uomo di pace impegnato sul territorio in un ruolo fondamentale”.

E la vicenda arriva anche al Parlamento Europeo. In una nota Massimiliano Smeriglio, eurodeputato indipendente eletto nelle liste del Pd e membro dell’assemblea parlamentare Europa-Latinoamerica, spiega:  “La vicenda di Mario Paciolla non puo’ lasciarci indifferenti. Mi muovero’ in Europa a tutti i livelli istituzionali nell’ambito delle mie prerogative per chiedere verita’ e giustizia. Mario era in Colombia – aggiunge Smeriglio – come osservatore delle Nazioni Unite per il rispetto degli Accordi di Pace tra Governo Colombiano e le Farc. L’attivita’ di Mario era legata al lavoro della Rete Accademica Europea per la Pace in Colombia – Europaz. E’ nostro dovere chiedere che sia fatta luce fino in fondo su quanto accaduto”.

 


Articolo pubblicato il giorno 19 Luglio 2020 - 10:09


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