Dopo un appello al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, annunciano lo sciopero della fame Eugenio Manzo e Matilde Memoli, genitori di Arianna Manzo che quasi 15 anni fa, quando aveva appena tre mesi, fu vittima – secondo i giudici di primo grado – di un grave caso di malasanita’ che l’ha resa tetraplegica, sorda ed ipovedente.
Una decisione, quella della coppia che abita a Cava de’ Tirreni presa per sollecitare una decisione della Corte di Appello di Salerno che li sta tenendo con il fiato sospeso. Il calvario dei Manzo e’ iniziato nel 2005 al Cardarelli di Napoli, la struttura ospedaliera piu’ grande del Sud Italia: per la somministrazione, oltre il dovuto, di un farmaco anestetico che provoco’ un grave danno al sistema nervoso centrale, l’azienda – spiega il legale della famiglia, Mario Cicchetti – e’ stata condannata in primo grado a risarcire tre milioni di euro ai coniugi Manzo.
La sentenza e’ giunta dopo ben otto anni di processo ma il Cardarelli ha proposto appello e per ora non ha pagato il risarcimento di tre milioni di euro a cui e’ stato condannato. Purtroppo, nel corso di questi anni, ai genitori i soldi sono venuti a mancare insieme al lavoro, e l’assistenza di Arianna e’ ormai a rischio. La celebrazione del processo di secondo grado, a Salerno, e’ iniziata lo scorso 25 giugno. “Il Cardarelli ha deciso di proporre appello, – spiega l’avvocato – e’ un suo diritto ma si tratta di una decisione moralmente e giuridicamente inaccettabile.
Avrebbe dovuto pagare, anticipare anche una parte della somma, ma non lo ha fatto. L’esecuzione della sentenza, inoltre, e’ stata ritardata dalla pandemia, praticamente un dramma nel dramma. E dal 25 giugno siamo in attesa di conoscere la decisione dei giudici in merito all’istanza di sospensiva del pagamento del risarcimento”.
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