“La vita felice” di Pietro Versace per Bertoni Editore (pp. 133, โฌ 15.00): naufragio e ritorno alle origini di un euroburocrate calabrese, scampato agli attentati di Bruxelles, nel suo viaggio della memoria.
La vita felice รจ lโopera prima del calabrese Pietro Versace. Romanzo on the road, venato di riferimenti autobiografici, che rimanda a un topos ben noto della nostra letteratura: quello del giovane intellettuale di provincia, e del Sud in particolare, catapultato, un poโ per scelta e un poโ per necessitร , nel mondo della grande metropoli: Bruxelles, al tempo della globalizzazione e dellโEuropa unita.
Nella capitale belga, la vita divisa tra lavoro e flรขnerie, dove le avventure fugaci con donne dello stesso ambiente o con prostitute vengono umoristicamente tratteggiate, รจ rotta da un evento tragico: gli attentati jihadisti del 22 marzo 2016, che a Bruxelles faranno ben 32 morti. Inizia cosรฌ il viaggio della memoria, e con esso il sottile processo di recupero dellโidentitร conseguente al trauma, attraverso affascinanti descrizioni di luoghi dal valore mistico, visioni dโarte, incontri che segnano, passioni che tormentano.
Il protagonista vive infatti, fra passato e presente, sempre tra due mondi: quello del paese natio e quello delle cittร dove lavora (Bruxelles, Roma) o dove si reca in viaggio (Gerusalemme, Mosca), e non capisce mai dove abbia trovato o dove troverebbe una โvita feliceโ. La Storia, del resto, รจ una passione e quasi unโossessione per, che intermezza piรน volte il racconto delle sue vicende con riferimenti allโamatissimo Napoleone o a Cesare.
Lโio narrante presenta poi due figure femminili, che risaltano per lโinstabile stabilitร entro la sua vita inquieta. La donna con cui avrebbe potuto anche sposarsi (Maya) e la ricca amante (Marta): due storie che mostrano il dilemma, irrisolto, se nellโamore si cerchi il sesso e se nel sesso si cerchi lโamore.
Un punto fermo solo sembra esserci nella sua vita. Non รจ la famiglia, perchรฉ il romanzo ci racconta di un costante vissuto problematico con il Super-Io paterno, ma โZi Mariuโ, coetaneo di suo padre, analfabeta, con un passato di emigrante in Germania e che il Belgio se lo ricorda come quello dei nostri poveri morti di Marcinelle. Ma la morte gli strappa via anche lui, cosรฌ come le cose della vita pongono fine alla vita amicale e quasi premoderna di paese.
Infanzia, adolescenza e maturitร , amore e disamore, essere figli ed essere padri, essere paesani ed essere cittadini del mondo: solo alla fine, dopo un ritorno a Collodi, di fronte a una fiaba, tutto apparirร finalmente conciliato, risolto.
Lo stile รจ leggero, picaresco, autoironico. Il linguaggio semplice, moderno ed eccezionalmente scorrevole, trascina alla lettura tanto nei racconti cosmo-paesani, quanto nei passi in cui lโintrospezione si fa piรน acuta, complessa, emozionale.
Eโ il tradizionale binomio esistenzialista di colpa e redenzione a costituire il fil rouge di questo ritorno ad Itaca, ancora in corso, in cui sta agli occhi del lettore decidere se prevalga la rincorsa o la fuga, la finzione o la realtร , da quale dimensione della tela allontanarsi, e da quale lasciarsi irretire.
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Pietro Versace, classe 1981, รจ un professionista del settore energetico. Cresciuto in Calabria, studia a Roma, passando poi molti anni allโestero come consulente di settore. Si trova a Bruxelles il giorno degli attentati terroristici del Marzo 2016. Con โLa vita feliceโ (2020) esordisce nel campo letterario.
Articolo pubblicato il giorno 22 Luglio 2020 - 11:03