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Legge contro aggressioni al personale sanitario: pene fino a 16 anni per chi commette il reato

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Legge contro aggressioni al personale sanitario: pene fino a 16 anni per chi commette il reato.

 

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Dopo l’approvazione alla Camera dei Deputati della proposta di legge contro le aggressioni al personale sanitario, il testo ha concluso il suo iter in commissione al Senato e con molte probabilità sarà approvato definitivamente in aula entro luglio.

L’emergenza epidemiologica di questi mesi ha reso estremamente urgente un intervento normativo volto ad accresce le tutele a sostegno del personale sanitario. Numerose sono le notizie di cronaca che riportano storie di minacce, intimidazioni e violenze su dottori e infermieri aggrediti durante il proprio turno di lavoro. Da un sondaggio del sindacato Anaao Assomed, ben il 65% dei medici è stato vittima di aggressioni fisiche o verbali. I numeri sono ancora più preoccupanti se si fa riferimento alla figura degli infermieri: secondo la Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche, si stima che circa 5 mila lavoratori ogni anno subiscono aggressioni. I casi stimati potrebbero essere di gran lunga superiori se si pensa che nella maggior parte dei casi, questi episodi non sono purtroppo denunciati, spesso per timore di ripercussioni.

Tra le novità introdotte dalla proposta di legge, vi è la modifica del codice penale con cui si prevede la punizione con pene aggravate delle lesioni gravi, da 4 a 10 anni, o gravissime, da 8 a 16 anni, nei casi in cui le lesioni siano procurate in danno del personale “esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria nell’esercizio delle sue funzioni o a causa delle funzioni o del servizio, nonché a chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso”

La legge, ora in aula a Palazzo Madama, introduce inoltre la procedibilità d’ufficio, senza la necessità che vi sia querela della persona offesa, prevedendo così un trattamento equiparabile a quello riservato ad un pubblico ufficiale. Un ulteriore aspetto rilevante consiste nel monitoraggio dei cosiddetti “eventi sentinella” che nella maggior parte dei casi anticipano le aggressioni. Si prevede, in aggiunta, l’istituzione di un Osservatorio nazionale il cui compito sarà di monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a favore dei medici, operatori socio sanitari e infermieri. Nella fase finale dei lavori in commissione, è stato escluso dal testo l’articolo in cui si prevede l’obbligatorietà per le Asl e gli ospedali di costituirsi parte civile nei processi di aggressione nei confronti dei propri lavoratori dipendenti.

La relatrice della proposta di legge, Paola Boldrini (Pd), soddisfatta della ritrovata centralità della Sanità grazie agli interventi del Governo, ha osservato che “sia bene promuovere la sicurezza sul lavoro perché è la base di un’assistenza sanitaria efficace e che le violenze, intimidazioni, le aggressioni e le minacce possono ostacolare o impedire la prestazione di cura, che invece devono essere protette nel modo più efficace possibile”.

Marco Barbato


Articolo pubblicato il giorno 15 Luglio 2020 - 17:39


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