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La dipendenza dal gioco d’azzardo: quando si può parlare di ludopatia?

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Quella dal gioco d’azzardo è una vera e propria dipendenza, che si manifesta con i sintomi tipici dell’assuefazione da droga e alcool. Quando non si ha a portata di mano l’oggetto del proprio desiderio, che sia una slot machine o un biglietto “gratta e vinci”, si sperimentano i classici sintomi del craving: sudorazione, battito cardiaco accelerato, nervosismo, rabbia, attitudine all’isolamento. La ludopatia è, a tutti gli effetti, un’autentica malattia.

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Se dovessimo descrivere in sintesi questa patologia, parleremmo di un comportamento dissociato nei confronti del gioco che mette in secondo piano tutti gli altri aspetti della vita, dalle relazioni al lavoro. È questo l’unico ambito in cui ci si sente realizzati, e l’istinto dominante è quello di giocare sempre di più. Non a caso, tale condizione è collocata nel Manuale dei Disturbi Mentali tra i Disturbi del Controllo degli Impulsi.

Il meccanismo della ricompensa

Ma cosa spinge i ludopatici a perseverare nella loro attività?

La risposta sta nel cosiddetto meccanismo della ricompensa, quella gratificazione a breve termine che si ottiene giocando. Nel momento in cui guadagnano del denaro, anche se in piccole somme, coloro che soffrono di questa dipendenza provano una sensazione di appagamento: questa, però, dura poco, e quasi subito subentra l’insoddisfazione. Bisogna accumulare più vincite, più soldi, più premi.

Questa peculiarità della persona affetta da ludopatia è legata alla sua impulsività, e a un quadro psicologico dominato da irrazionalità e compulsioni. Chi va incontro a questa malattia preferisce un risultato immediato e inferiore rispetto a uno successivo e superiore, il che innesca un’inesorabile reazione a catena. Quello che dovrebbe essere semplicemente uno svago diventa una vera, profonda ossessione.

L’importanza di chiedere aiuto: il Centro San Nicola

Un primo passo verso la guarigione consiste nella capacità di ammettere il proprio problema, e di cercare quindi sostegno in una struttura specializzata.

In questo settore, uno dei fiori all’occhiello del territorio italiano è il Centro San Nicola (centrosannicola.com). Qui vengono istituiti dei percorsi di cura personalizzati, rivolti a tutti coloro che sono soggetti a dipendenze: dal gioco d’azzardo, dalle sostanze psicotrope come l’alcool, la cocaina e le altre droghe, da internet e così via.

La terapia non riguarda soltanto la disintossicazione in sé, ma anche la riabilitazione fisica e mentale, l’assistenza in caso di ricadute, il supporto ai familiari. I pazienti sono coinvolti in sedute di gruppo e individuali, e possono usufruire di consulenze ad hoc per uscire dal tunnel dell’assuefazione. L’obiettivo del Centro è guidare le persone verso una nuova vita, attraverso un programma che tocca tanto il campo medico quanto quello emotivo, spirituale ed educativo.

I comportamenti tipici del giocatore patologico

Il ludopatico presenta una serie di caratteristiche che lo portano a giocare, ancora e ancora. Tra queste ricordiamo:

  • una scarsa flessibilità mentale;
  • una bassa capacità di autoregolarsi;
  • un’esigua propensione alla pianificazione;
  • la tendenza ad agire d’istinto, senza riflettere.

Il gioco d’azzardo trova terreno fertile nelle distorsioni cognitive, che forniscono una prospettiva non veritiera delle effettive opportunità di vittoria. L’area cerebrale subisce trasformazioni significative, così che anche un minimo stimolo possa far scattare l’impulso. In particolare, questa patologia condiziona la zona prefrontale, che presiede alle azioni volontarie, e il nucleus accumbens, che controlla il meccanismo della ricompensa.

Cosa accade quando si gioca d’azzardo

I ludopatici spesso compiono degli sforzi per smettere di giocare, ma non sempre questi vanno a buon fine. Non di rado si verifica una ricaduta, sia che si vinca sia che si perda: nella prima situazione si desidera di più, nella seconda si tenta di recuperare il denaro speso.

È così che si precipita nella dipendenza, che si accompagna frequentemente alla menzogna. Chi soffre di questo disturbo lo nasconde a sé stesso e agli altri, sperimentando un costante senso di colpa che può sfociare nella depressione. Le persone affette da ludopatia si creano una realtà alternativa, dalla quale escludono gli amici, la famiglia, il partner.

Può capitare, inoltre, che il gioco d’azzardo patologico sia unito al consumo abituale di bevande alcoliche e di droghe. Queste non fanno altro che accentuare i sintomi, facendo piombare il paziente in una spirale da cui non è facile liberarsi. È qui che intervengono i centri specializzati, che partono dall’interiorità e dal background dell’individuo per elaborare un percorso terapeutico su misura.


Articolo pubblicato il giorno 8 Luglio 2020 - 11:30


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