La DIA di Napoli ha notificato il decreto di confisca definitiva, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di S. Maria Capua Vetere, nei confronti di Francesco Grassia (classe 1945), imprenditore edile aversano.
Le indagini hanno consentito non solo di ricostruire il suo reale assetto patrimoniale, ma anche di delineare la sua โpericolositaฬ qualificataโ, derivante dai rapporti avuti con il clan dei casalesi, fazione โZagariaโ, emersi non solo dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ma soprattutto dallโinchiesta giudiziaria del giugno 2000, nellโambito della quale fu tratto in arresto per aver fornito appoggio logistico agli affiliati, nascosto armi, riscosso proventi di estorsioni e reinvestito illeciti profitti delle attivitaฬ del clan.
In tal senso, significativi sono anche gli esiti di unโindagine risalente agli anni novanta da cui era emerso lโacquisto, da parte di una societaฬ facente capo al Grassia e ad altri soggetti, di un complesso immobiliare sito ad Aversaย – ex โfabbrica Della Volpeโ – ad un prezzo nettamente inferiore rispetto al valore di mercato, proprio a testimonianza della capacitaฬ di intimidazione derivante dalla loro appartenenza al clan dei casalesi.
Sempre in quegli anni, eฬ rimasto coinvolto in attivitaฬ che hanno acclarato lโimportazione, per conto dellโorganizzazione criminale di riferimento, di armi dalla ex Jugoslavia (tra cui fucili a pompa, bombe a mano e mitragliatori silenziati).
Nellโestate del 2018, eฬ stato tratto in arresto a La Maddalena (SS) in esecuzione di un provvedimento di cattura internazionale, emesso dallโAutoritaฬ giudiziaria del Principato di Monaco, percheฬ ritenuto responsabile di riciclaggio di denaro.
I decreti di sequestro e di confisca emessi dal Tribunale, a seguito della proposta del Direttore della DIA, eseguiti nel 2015 e nel 2016, sono stati in parte definitivamente confermati dalla Corte di Appello di Napoli. I beni acquisiti al patrimonio dello Stato, per un valore di circa 4 milioni di euro, consistono in societaฬ e fabbricati, aventi sede o ubicati principalmente nella provincia di Caserta, noncheฬ in diversi beni mobili e rapporti finanziari, tra cui un conto corrente cifrato presso una banca del Principato di Monaco (valore nel 2011 di circa 300 mila euro).
Articolo pubblicato il giorno 21 Luglio 2020 - 07:12