Ivano Leva, compositore partenopeo, pubblica con NovAntiqua “The Rain of October”: un intrigante lavoro tra modern-classical, tardo-romanticismo e improvvisazione. Un itinerario tra incanto e memoria, per piano solo ed elettronica.
“The Rain of October” è un lavoro la cui esegesi va ricercata nella verità straziante di un anno, il 2019, nel quale per ragioni personali ho conosciuto il punto più basso della mia esistenza di individuo: un autentico pugno nello stomaco che mi è letteralmente esploso dentro, un flusso di scrittura dei brani incredibilmente concentrato in pochissimi giorni; “vomitare” fuori questi brani (mi si passi il termine molto rude) è stato catartico e fondamentale per intraprendere una risalita che, per quanto mai potrà essere scevra dalle cicatrici accumulate, mi ha donato una rinnovata consapevolezza della mia ricerca interiore”. Non usa mezzi termini Ivano Leva: il suo nuovo album nasce da una prorompente spinta interiore, in un itinerario di risalita e rinnovamento umano e inevitabilmente artistico. E’ questo il senso profondo di The Rain Of October, il suo nuovo album per NovAntiqua, nel quale si presenta in solitudine, con pianoforte, piano preparato ed elettronica, mosso da un’indole speculativa che dal fenomeno della pioggia di ottobre passa a una “composizione sensoriale ed emotiva”.
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Pubblicato da un’etichetta-boutique di fine artigianato musicale come NovAntiqua, The Rain of October è il quarto album da leader per Leva, il compositore napoletano che nel corso degli ultimi anni – in particolare grazie a lavori come L’ala del silenzio (2016) per piano e quartetto d’archi e Debussy: La Cathédrale Transfigurée (2017) per piano ed oboe – ha ottenuto significativi riscontri per la sua abilità nel far dialogare i linguaggi tardo-romantici con il jazz e la modern-classical (“Ho unito in maniera autentica in un’unica forma espressiva non soltanto i due generi musicali che maggiormente ho praticato ed ascoltato, ma anche tutti gli altri stili musicali che ho assorbito lungo tutta la vita, oltre alle altre forme d’arte che da sempre foraggiano la mia creatività: la letteratura, la pittura, il cinema e le discipline scientifico-matematiche, che io considero arti a tutti gli effetti”).
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Anche grazie a questo eclettismo combinato a una preparazione e competenza frutto di anni di studio, Ivano Leva immagina l’album come una sorta di moderna suite per piano che mette in contatto la gamma percettiva della pioggia autunnale con il mondo interiore di autore e ascoltatore, in un ideale viaggio tra chiaroscuri, fragranze, epifanie e riflessioni intimiste sulla memoria, il tempo e la vita. “Ogni mia composizione nasce da una iniziale suggestione uditiva ben precisa che all’improvviso, dal nulla, si fa spazio nella mia mente; è un barlume di colore in nuce ma dai tratti somatici già nitidi, che fin dalla sua primissima apparizione mi comunica senza alcuna ombra di dubbio quale sia l’organico strumentale verso il quale tale cellula musicale voglia essere indirizzata. In tal senso, posso asserire che non c’è una dimensione nella quale prediligo muovermi, tutto dipende da quale sia l’oggetto in questione. The Rain Of October è indissolubilmente legato al suono del pianoforte, alle sfumature timbriche da esso ottenibili ed alla sua capacità evocativa, per cui non c’era dimensione migliore per questo disco che non fosse quella del piano solo”.
The Rain Of October esce all’indomani del lockdown che ha inginocchiato l’attività di musicisti e operatori dello spettacolo, ma Leva opera in altre direzioni, riferendosi ad altre sensibilità, che prescindono dai bisogni o dalle difficoltà del momento: “I miei ascoltatori giungono alla mia musica attraverso sentieri ben precisi, dettati da una necessità di sfamare un proprio personale gusto e non certo da induzioni pubblicitarie o da circostanze di improvvisa precarietà nelle consuete dinamiche giornaliere. Anzi, generi di musica come la mia solitamente necessitano – per essere metabolizzati – di svariati riascolti ripartiti su di un arco temporale vasto, svincolato da contingenze momentanee. E’ musica alla quale arrivi per una curiosità sensoriale, non la troveresti mai sbattuta ai quattro venti sui social network, abbinata ad una ipotetica foto di me che suono il pianoforte con i piedi scalzi, mentre con l’occhio languido tento di irretire un pubblico femminile con fare da improbabile mandrillo da reparto detersivi di un supermarket”.
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THE RAIN OF OCTOBER
1. Dawn
2. Autumn Rainy Morning
3. Through A Windshield
4. Words In The Rain
5. Light Gleams
6. Crystalizing
7. To My Soul
8. Thoughts
9. Fragrances
10. Raindrops
11. Deafening Silences
12. Endlessly
Articolo pubblicato il giorno 2 Luglio 2020 - 14:41 / di Cronache della Campania