Dopo una discussione lunga più di quattro ore in Consiglio dei ministri, arriva “salvo intese” il via libera al decreto semplificazioni.
Non bastano settimane di trattativa: fino all’ultimo tengono banco le divergenze sulle deroghe alle norme sugli appalti e anche sulle opere pubbliche da affidare a commissari, nonché sull’abuso d’ufficio, su cui Iv esprime la sua riserva, e su norme come quella dell’interoperabilità dei dati, su cui discutono i ministri Pisano e Gualtieri. I grandi nodi alla fine, assicurano più fonti di governo lasciando Palazzo Chigi, vengono sciolti: il “salvo intese” riguarda pochi aspetti “tecnici, non politici”.
Ma la discussione sulle opere da sbloccare sembra destinata a tenere ancora banco, anche perché l’elenco – che dovrebbe includere tra le 40 e le 50 opere – non entra nel testo del decreto e ci sarà comunque tempo fino a fine anno per nominare i commissari.
Il Cdm notturno, lungo in tutto sei ore, dà il via libera al Programma nazionale di riforma, con le direttrici che il governo seguirà nei prossimi mesi, e anche al ddl di assestamento di bilancio e al rendiconto dello Stato. Ma è sul testo del dl semplificazioni, di una cinquantina di articoli e lungo quasi 100 pagine, che il governo fa nottata: quattro ore di discussione articolo su articolo. Il premier Giuseppe Conte ottiene il via libera a quella che considera “la madre di tutte le riforme” e che nei prossimi giorni illustrerà ai partner europei nei contatti in vista del Consiglio Ue sul Recovery fund.
Ma la discussione promette già di riaprirsi in Parlamento. Il dibattito in Cdm si accende, racconta più di un presente, in particolare sulla possibilità non solo per i commissari ma anche per le stazioni appaltanti di agire, per far fronte agli effetti negativi dell’emergenza Covid, in deroga a tutte le norme, tranne quelle penali, antimafia e quelle sulla sicurezza sul lavoro. Restano infatti le perplessità di Pd e Leu sulle deroghe, introdotte sul “modello Genova”.
Una prima intesa ci sarebbe sull’elenco delle grandi opere considerate prioritarie e che saranno affidate a commissari ma la lista non entra nel testo del decreto ma nel piano Italia veloce del ministero delle Infrastrutture, che e’ un allegato al Programma nazionale delle riforme e comunque per la nomina dei commissari dovrebbe esserci tempo fino a fine anno. Il Consiglio dei ministri trova un accordo sul Durc, ma viene stralciata, su richiesta di Roberto Speranza, la norma che aumentava le percentuali di subappalti.
Quanto a uno degli altri nodi sul tavolo, la modifica del reato di abuso d’ufficio, l’intesa arriva nonostante Iv metta a verbale la sua riserva. Oggi incorre nell’abuso d’ufficio chi si procuri un vantaggio violando “norme di legge o di regolamento”. Con la nuova modifica sarà punibile chi violi “specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali residuino margini di discrezionalità”.
Articolo pubblicato il giorno 7 Luglio 2020 - 09:01