La finalità è quella di formare in America Latina ricercatori e professionalità in materia di legislazione, bioetica e normative a tutela del diritto alla salute. Con queste basi il gruppo di ricerca coordinato dal professor Lorenzo Chieffi, ordinario di Diritto pubblico e costituzionale e Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha aderito al Progetto di ricerca Pro Human Biolaw, finanziato in sede di Unione europea e coordinato dall’Università di Murcia attraverso il Center for Studies in Bio-law, Ethics and Health (Cebes) e la International Doctoral School (Eidum). «Abbiamo svolto un primo incontro in Spagna e ci teniamo perennemente in contatto attraverso video conferenze – spiega il direttore Chieffi – tutto il lavoro viene condotto da un gruppo multidisciplinare che comprende medici ed esperti di diritto. La salute
pubblica, e purtroppo lo dimostra l’emergenza da Coronavirus in atto, pone una serie di problemi legati al riconoscimento di diritti e alla salvaguardia della libertà di tutti».
A tale progetto aderiscono altresì Atenei europei e dell’America latina, quali l’Université de Lille, Universidad de Guadalajara, l’Universidad Autónoma de San Luis Potosí,
l’Universidad de Costa Rica e l’Instituto Tecnológico de Costa Rica. Tutto ciò a conferma della propensione all’internazionalizzazione del Dipartimento di Giurisprudenza e, in generale, dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli.
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Il gruppo di lavoro del professor Chieffi opera in stretto coordinamento con il gruppo di ricerca del professor Claudio Buccelli, emerito di Medicina legale dell’Università di Napoli Federico II, altra unità aderente al progetto.Una parte importante dell’iniziativa di formazione riguarderà la comunicazione dei risultati dei confronti a tema e la divulgazione in materia di biodiritto. L’obiettivo del Progetto è quello di rafforzare nel campo del biodiritto la capacità del ricerca e di insegnamento, soprattutto nelle zone dell’America latina, affinché pure in questa parte del mondo si formi personale giuridico e sanitario idoneo ad affrontare i problemi del biodiritto (il cui rilievo è stato ulteriormente comprovato dallo scoppio dell’attuale epidemia) nella prospettiva delle libertà fondamentali. «Il nostro apporto scientifico – conclude il direttore Chieffi – può aiutare ad affrontare meglio questi temi.
Ovviamente la situazione di criticità attuale ci ha costretto a dilatare il programma. Ma ci sarà un confronto finale a Caserta in fase di organizzazione».
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