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14 luglio, giornata mondiale degli squali

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Oltre il 30% delle specie di pesci cartilaginei – squali e razze – è minacciato e ben 39 delle 73 specie fortemente a rischio lo sono nel Mar Mediterraneo

 Fin dalla metà degli anni ’80 i pesci cartilaginei hanno subito una forte pressione di pesca che nel Mar Mediterraneo avviene per la maggior parte per cattura accidentale con attrezzature di pesca quali le reti a strascico e i palangari.

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I dati raccolti nel 2018 dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli attestano che l’88% dei pescatori intervistati pesca regolarmente squali, nella maggior parte ancora vivi (75%).

Circa 42.000 tonnellate di esemplari di Squalo smeriglio (Lamna nasus), Mako (Isurus oxyrinchus), squalo volpe (Alopia spp) sono pescati nell’Unione Europea ogni anno, di cui 25.000 sono verdesche. Le specie più sfruttate tra quelle di profondità sono il centroforo (Centrophorus spp.) e lo squalo zigrino (Dalatias licha).

 

Nonostante gli sforzi compiuti dall’Unione Europea negli ultimi anni per ridurre le catture accidentali e la mortalità delle specie di pesci cartilaginei attraverso l’adozione dell’Action Plan per la Conservazione e la Gestione degli Squali e del Regolamento del consiglio (EU) 2017/127, gli obiettivi di conservazione fissati dalla Commissione Europea sono lungi dall’essere raggiunti.

 

Il 14 luglio si celebra la Giornata mondiale degli squali, dedicata ai pesci cartilaginei, predatori all’apice della catena alimentare con un importantissimo ruolo all’interno degli ecosistemi marini, che si trovano oggi in uno stato di conservazione molto precario a causa dell’uomo.

Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), infatti, oltre il 30% delle specie di pesci cartilaginei – come gli squali e le razze – è minacciato e 39 delle 73 specie fortemente a rischio lo sono nell’ambito del Mar Mediterraneo.

 

Per questi motivi, i partner del progetto Elife organizzano un webinar aperto al pubblico che verrà trasmesso alle ore 11 in diretta in contemporanea sulle pagine Facebook del progetto Elife, dell’Acquario di Genova e di La Nuova Ecologia al fine di spiegare come si possa proteggere questi predatori marini attraverso sistema di pesca innovativi ed ecosostenibili Al webinar interverranno Massimiliano Bottaro, coordinatore del progetto e ricercatore della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Giulia Visconti dell’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, Paolo Pelusi di Consorzio Mediterraneoed Ilenia De Rosa, giornalista de “Il Mattino” e  in qualità di moderatrice.

 

Elife è un progetto internazionale cofinanziato dall’ Unione Europea attraverso lo strumento finanziario Life. Il suo obiettivo è quello di contribuire alla conservazione di diverse specie di squali nel bacino del Mar Mediterraneo attraverso lo sviluppo di attrezzi da pesca a basso impatto e la diffusione di buone pratiche tra i pescatori.

 

“Gli squali sono stati troppo spesso presentati sui grandi schermi come animali pericolosi o addirittura mostri – afferma Massimiliano Bottaro, coordinatore del Progetto Elife e ricercatore della Stazione Zoologica Anton Dohrn – quando sono al contrario predatori importantissimi che contribuiscono a mantenere l’equilibrio negli Oceani. Diffondere una corretta informazione su queste specie, sui reali pericoli che minacciano la loro sopravvivenza e presentare alcune soluzioni che possano concretamente contribuire alla loro conservazione è all’interno del progetto Elife una delle azioni per raggiungere una maggiore consapevolezza del problema e progettare sistemi di gestione degli ambienti naturali che sappiano coinvolgere i pescatori, il mondo della scuola, la cittadinanza.”

 

Il progetto LIFE ELIFE ha una durata di 5 anni e un budget complessivo di oltre 3,3 milioni di Euro di cui 2 milioni cofinanziati dalla Commissione Europea.

Coinvolge dieci partner in Italia, Grecia e Cipro: la Stazione Zoologica Anton Dohrn, coordinatore del progetto, l’ Area Marina Protetta delleIsole Pelagie (Lampedusa e Linosa) e quella di Tavolara-Punta Coda Cavallo (Sardegna), Costa Edutainment, con particolare riferimento agli Acquari di Genova e Cattolica, il Consorzio Mediterraneo, il Consiglio Nazionale delle RicercheLegambienteMarine & Environmental Research (MER) LabAlgowatt, l’Università degli Studi di Padova.

Le azioni pilota e dimostrative si svolgeranno in diverse marinerie, come Chioggia, Gallipoli, Lampedusa, Cirò Marina/Porto Cesareo, Nord Sardegna, Marsala, Mazara del Vallo, Lampedusa ed in alcuni siti a Cipro e in Grecia.

 

Obiettivo principale del progetto è contribuire alla conservazione di alcune specie di squalo fortemente minacciate nel Mar Mediterraneo attraverso il coinvolgimento diretto dei pescatori per avviare l’utilizzo di attrezzi di pesca più selettivi, capaci di ridurre le catture accidentali – bycatch – del 30% nelle aree interessate. Allo stesso tempo, il progetto mira a diminuire del 50% la mortalità di esemplari delle stesse specie, attraverso lo sviluppo di protocolli di gestione che le preservino dall’impatto dell’attività antropica.

Per alcune specie e per alcune aree coinvolte, gli obiettivi sono ancora più ambiziosi: ridurre del 100% la cattura e la mortalità di squali grigi nell’isolotto di Lampione (parte dell’AMP delle isole Pelagie) e abbattere del 50% la catture accidentali di squali elefante nelle acque costiere della Sardegna settentrionale.

 

Elife si pone anche un importante scopo divulgativo: contribuire a diffondere una maggiore consapevolezza e conoscenza nel largo pubblico e nei giovani rispetto al problema della conservazione dei pesci cartilaginei, attraverso l’ideazione di attività e laboratori nelle scuole a cura di Legambiente e di mostre ed esperienze edutainment nelle strutture e nelle aree coinvolte, quali i due Acquari di Genova e Cattolica, supportati da strumenti di comunicazione creati ad hoc. Un’importante azione divulgativa verrà svolta anche verso i pescatori, che saranno coinvolti non soltanto in attività concrete sul campo, ma anche in momenti formativi per imparare a conoscere gli strumenti di pesca alternativi e il loro utilizzo.

 

Il progetto ha infine uno scopo scientifico: aumentare e rendere sistematica la raccolta di dati sullo stato di conservazione delle specie interessate anche attraverso la marcatura e l’applicazione di segnalatori satellitari agli esemplari catturati e rilasciati, affidata alla Stazione Zoologica Anton Dohrn.

 

Le specie prioritarie considerate a rischio o fortemente minacciate inserite nel progetto sono: lo spinarolo (Squalus acanthias), lo squalo smeriglio (Lamna nasus), lo squalo volpe (Alopia spp), lo squalo grigio (Carcharhinus plumbeus) interessato anche da fenomeni di pesca illegale all’interno di diverse Aree Marine Protette, lo squalo elefante (Cethorinus maximus) e lo squalo zigrino (Dalatias licha). Altre specie secondarie potranno essere: il palombo (Mustelus spp), la verdesca (Prionace glauca), il mako (Isurus oxyrinchus).


Articolo pubblicato il giorno 7 Luglio 2020 - 19:12


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