Caravaggio, innovatore nella tecnica, rappresentatore di corpi reali svincolati dal presente. Le sue opere continuano a ispirare ben oltre 4 secoli.
Ma cosa c’è dietro a un’opera?
C’è solo intuizione della tecnica, oppure si manifesta una dimensione più profonda e che riguarda quella dello spirito?
Sabato 18 luglio 2020, in occasione del 410° anniversario della scomparsa di Michelangelo Merisi, il grande Caravaggio, viene riproposto il documentario dal titolo “Caravaggio, la potenza della luce” di Jordan River che affronta, in modo inedito, proprio questo tema. Il documentario – disponibile in Italia su CHILI e UAMTV e all’estero su Amazon Prime Video – indaga proprio nella natura umana dell’uomo, e per farlo parte da ciò che egli realizza, in questo caso con la pittura, una pittura potente, fuori dal comune.
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L’introspezione è ormai una firma del regista (in autunno uscirà all’estero in oltre 10 Paesi con il suo nuovo lavoro in 4K, ancor più affilato, “Artemisia Gentileschi, Pittrice Guerriera”, sulla grande pittrice del 600’ definita da molti esperti la ‘Caravaggio donna’ e icona femminista) il quale non si ferma alla tecnica del chiaroscuro, ma esplora gli angoli reconditi dell’animo umano. Si scopre che le opere pittoriche caravaggesche hanno fermato l’istante in cui la luce ha dato vita al pensiero, da una parte la materialità impermanente del mondo, e dall’altra l’elevazione spirituale con la quale, proprio grazie all’arte, è possibile raggiungere un livello alto, sublime.
Articolo pubblicato il giorno 18 Luglio 2020 - 10:00 / di Cronache della Campania