Serie di eventi nati attorno all’opera letteraria di Annibale Gagliani, Romanzo caporale (IqdB Edizioni, Lecce, 2019) e che cerca, attraverso un’azione poetica collettiva, di fondere sogni, forme artistiche e idee. L’obiettivo degli eventi è dare nuova linfa all’incommensurabile modello d’accoglienza del borgo reggino. Letteratura, cinema e musica al servizio della pace, dell’amicizia e dell’utopia, in un’ottica di scambio profondo e non di semplice intrattenimento. Oltre al giornalista e scrittore Gagliani, interverranno i registi Danilo Currò e Marco Mingolla, il cantautore Luigi Mariano e l’attivista-performer Diletta Bellotti.
Calendario eventi
23 luglio, ore 19:00, passeggiata lungo il borgo di RIACE (RC) insieme a MIMMO LUCANO: sulle tracce dell’accoglienza.
24 luglio, CAMINI (RC), in piazza, ore 20:30.
25 luglio, RIACE (RC), dalla Casa della Poetessa (in via Zaleuco), ore 19:00;
al termine dell’evento PASTA ASCIUTTA ANTIFASCISTA insieme ad ANPI Reggio Calabria, con pomodori caporalato free.
PROGRAMMA
Dibattito sul libro Romanzo caporale di Annibale Gagliani; mostra fotografica Black lips di Danilo Currò;
incursioni musicali del cantautore Luigi Mariano;
costruzione di un reportage cinematografico con la partecipazione della comunità di Riace a cura di Marco Mingolla e Danilo Currò;
Pomodori rosso sangue, performance dell’attivista Diletta Bellotti.
Romanzo caporale – sinossi
La fine dell’uomo nel caos italiano. Sulla terra vermiglia della Cava di Bauxite, a Otranto, il suicidio narra, attraverso il flusso di coscienza, la vita da cacciatore di lucciole del protagonista, che ricorda l’Alì dagli occhi azzurri di Pier Paolo Pasolini. Un condottiero possibile del Kenya, animato da due modelli filosofici: don Donato Panna e Thomas Sankara. La corruzione politica del suo Paese lo costringe a fuggire in Italia col sogno di costruire un avvenire di pace per la sua famiglia. La disumana navigazione sul Mediterraneo lo conduce in una terra intollerante, avvolta da buio impenetrabile. Ma lui, come Sisifo, porta il masso sopra la montagna. Diventa schiavo del caporalato, ma non s’arrende: sfida il Fattore C sedimentato tra le sinapsi della gente comune. Scopre un’oasi d’accoglienza e un sindaco con la S maiuscola, che può salvargli la vita, assediato dai razzisti. Eppure, lo Stato italiano gli volta le spalle, rispedendolo all’inferno. La tragedia, dalla sequenza circolare, ha due insegnanti autorevoli: la storia e il dolore. Il giovane antieroe è l’effige più lucida dello stoicismo di Lucio Anneo Seneca.
Conosciamo gli ospiti
Annibale Gagliani, nato a Mesagne (BR) il 4 ottobre 1992. Giornalista, professore di Lettere e d’italiano per stranieri, scrittore. Diventa pubblicista al Quotidiano di Puglia – il giornale in prima linea nella lotta alla Sacra Corona Unita – occupandosi di ogni tipo di cronaca sul tacco d’Italia. Scrive di politica e cultura per realtà editoriali come L’Intellettuale Dissidente e Treccani, e di sport per Contrasti-Sport Mediaset. È membro del gruppo di ricerca internazionale Canadian Association for Italian Studies. Laureato in Lettere Moderne con lode all’Università del Salento, è tra i vincitori della seconda edizione del Master in Giornalismo 3.0 del network NuoveVoci a Napoli e si specializza in insegnamento della lingua e della cultura italiana per gli stranieri con un Master alla scuola IaD di Tor Vergata, a Roma. Nel 2018 pubblica un saggio che fonde i linguaggi del cinema, del teatro e della canzone d’autore: Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano (IQdB Edizioni). Pubblica nel 2019 un romanzo d’inchiesta sull’immigrazione, lo sfruttamento dell’Africa e il caporalato, a seguito di un progetto universitario sulle minoranze linguistiche con la Regione Puglia, e forte dei corsi d’italiano per stranieri tenuti all’Arci di Lecce:
Romanzo caporale (IQdB Edizioni). Libro che diventa oggetto di virtuoso confronto con la Ministra alle Politiche Agricole Teresa Bellanova, che consiglia vivamente l’opera per la capacità di raccontare con acume intellettuale il fenomeno del caporalato.
Danilo Currò nasce a Messina il 6 Agosto 1993. Diplomato in Pittura e Decorazioni Pittoriche al Liceo Artistico E. Basile, studia tuttora Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo. Mostra fin da piccolo il suo interesse verso l’arte. Inizia a dipingere, poi a fotografare e successivamente a trasformare l’immagine statica in quella in movimento, maturando la passione per il cinema. Nel 2012 viene selezionato con uno scatto paesaggistico dalla National Geographic Italia e successivamente altre delle sue fotografie vengono inserite negli album della Leica Talent Italia. Nel 2013 realizza il video virale “Basta un sorriso”, che riesce ad arrivare tra i primi vincitori del Corto Tendenza Festival di Barcellona e fuori concorso al Taormina Film Fest, per poi vincere il Festival di Pordenone ed essere mandato in onda su Rai 2 all’interno del programma “Tutto il bello che c’è”. Nel 2015 lavora all’interno del Festival Internazionale di Fotografia “Cortona On The Move” e il 27 Novembre dello stesso anno vince il primo premio per il pubblico dei lettori del concorso fotografico “Sunday Photographers”, contest organizzato dal giornale “La Stampa” per Photolux Biennale. Nel 2016 realizza “Sunday”, un documentario sulla vita di un giovane migrante nigeriano, che partecipa e vince diversi festival internazionali e viene apprezzato dal regista Gabriele Muccino, il cui nome appare fin dai titoli di testa. Danilo Currò vive a Roma e lavora nel campo dei video musicali e della fotografia.
Luigi Mariano è un cantautore salentino, scrive canzoni dal 1992 e ha vissuto gli ultimi 20 anni a Roma, inserito nell’ambiente musicale romano, nel quale ha inciso due dischi pluripremiati (“Asincrono” del 2010 e “Canzoni all’angolo” del 2016). Da molti anni fa tournée nazionali, partendo da Roma fino a raggiungere il centro nord e il suo Salento. Ha collaborato varie volte con Neri Marcorè, Simone Cristicchi, presenti nei suoi dischi. È stato spesso ospite a Radio RAI: da Fiorello, Lorella Cuccarini, Nino Frassica, Luca Barbarossa. È stato intervistato dal TG1 e da Rai News 24. Nella sua carriera ha vinto una decina di prestigiosi premi di musica d’autore, tra cui il Premio Ciampi 2013, il Premio Bindi 2011 e il Premio Lunezia 2016.
Marco Mingolla, nato a Fasano (BR) il 02/10/1994, è un regista e produttore pugliese.Si diploma in regia cinematografica presso l’accademia Roma Film Academy di Cinecittà con il corto “Soubrette”, con LidiaVitale, Blu Yoshimie Marit Nissen, presentato in concorso alla 17° edizione del Rome Independent Film Festival. Il corto partecipa ai prestigiosi AfroditeShorts, Mediterranean Film Festival di Bastia, LosAngeles Cine Fest, BCT- Benevento Cinema&Televisione, oltre che a numerosi altri festival italiani nazionali e internazionali. Nel 2017 ha rappresentato gli studenti italiani di cinema al Thailand Short Film Competition, vincendo poi la sua categoria. Dall’estate 2018 è direttore artistico della rassegna “Ciné”, che ha l’obiettivo di riportare il cinema dove non c’è più. La manifestazione, organizzata in collaborazione con Apulia Film Commission, porta in Puglia gli autori emergenti più interessanti del panorama nazionale. A SanVito dei Normanni ha fondato un laboratorio permanente di cinema per ragazzi chiamato Labex e collabora con Teatro Menzatìe World Music Academy per l’apertura di un nuovo spazio per il pubblico spettacolo all’interno di ExFadda-L’officina del Sapere. Dall’ottobre 2019 è CEO di Cattive Produzioni, giovane società del settore cinematografico che si è già aggiudicata PIN-Pugliesi innovativi e “Ventidifuturo”, la call nazionale di Banca etica per progetti culturali. Prossimamente in libreria con Bagliori (Battaglia Edizioni,2020). Ha collaborato con l’Università di Firenze, del Salento e di Kyoto.
Diletta Bellotti, 25 anni, è un attivista non-violenta; da anni si batte per dare visibilità alle lotte dei braccianti, italiani e migranti, sfruttati nell’agricoltura italiana. Dopo un’analisi teorica dei movimenti bracciantili ha messo in piedi una strategia politica per mettere l’oppressione dei lavoratori nelle campagne sotto gli occhi di tutti. Ha vissuto con i braccianti e protestato nelle piazze d’Italia. La sua strumentalizzazione dei social networks e il suo simbolismo performativo hanno contribuito a riscrivere i termini dell’estetica dell’attivismo in Italia. E’ laureata in Diritti Umani e Migrazione Internazionale e al momento lavora alla Delegazione dell’Unione Europea in Etiopia.
Per informazioni sugli eventi:
Associazione “Casa della Poetessa di Riace”
https://www.facebook.com/casadellapoetessa/
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