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Afragola, fece uccidere il marito boss e poi fu uccisa: arrestati il pentito Puzio e 3 complici

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Afragola, fece uccidere il marito boss e poi fu uccisa: arrestati il pentito Puzio e 3 complici.

 

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In data odierna รจ stata data esecuzione, da parte dei Carabinieri del ROS CC Napoli e del Nucleo Investigativo CC Castello di Cisterna e del personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Napoli, a due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse, nellโ€™ambito delle indagini svolte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, dal GIP del Tribunale di Napoli, per piรน episodi omicidiari occorsi nella zona nord di Napoli.

Una prima ordinanza costituisce lo sviluppo di quella eseguita nel settembre dello scorso anno nei confronti di PUZIO Michele, giร  condannato per il suo ruolo di esponente apicale del clan Moccia di Afragola, in quanto gravemente indiziato per il reato di concorso nellโ€™omicidio in pregiudizio di CAPONE Immacolata, occorso in Santโ€™Antimo il 17 marzo 2004, aggravato dalla finalitร  di agevolazione di associazione di stampo camorristico e dei correlati reati in materia di porto dโ€™armi.

La vittima, allโ€™epoca, svolgeva lโ€™attivitร  di imprenditrice nel campo del movimento terra nei comuni di Casoria ed Afragola.

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PUZIO Michele, nellโ€™assumere a partire dal febbraio di questโ€™anno la veste di collaboratore di giustizia, ha confessato la sua partecipazione al delitto, anche ammettendo di avere indossato il cappellino rinvenuto sul luogo del delitto e sul quale erano state rinvenute tracce del suo DNA.

Ha altresรฌ ammesso โ€“ come pure era parzialmente emerso nel corso delle indagini – di aver confezionato un falso alibi inducendo la formazione di un verbale di contravvenzione per violazione al Codice della Strada che lo collocava per il giorno e lโ€™ora dellโ€™omicidio in un luogo diverso dalla scena del crimine.

In virtรน della chiamata in correitร  dallo stesso operato e dalla acquisizione dei relativi elementi di riscontro, il Giudice ha ritenuto lโ€™esistenza dei gravi indizi di colpevolezza, per il concorso materiale o morale nellโ€™omicidio, nei confronti di altri appartenenti apicali del clan MOCCIA nelle persone di IAZZETTA Filippo, FAVELLA Francesco e ANGELINO Giuseppe.

Dalle ulteriori indagini รจ risultato confermato il movente nella volontร  del clan MOCCIA di โ€œpunireโ€ la donna, perchรฉ ritenuta mandante dellโ€™omicidio del marito SALIERNO Giorgio, a sua volta fiduciario dei vertici dellโ€™organizzazione, ed al fine di impedire il rafforzamento dei legami economici fra lโ€™attivitร  imprenditoriale facente capo alla CAPONE e clan diversi dal clan MOCCIA.

Altra vicenda omicidiaria oggetto della ordinanza รจ lโ€™omicidio ai danni di PEZZELLA Mario, fratello di PEZZELLA Francesco detto pane e ran storico appartenente delle consorterie camorristiche operanti nelle zone di Cardito e Frattamaggiore, avvenuto in data 17 gennaio 2005 in Cardito.

Su tale omicidio giร  sono state pronunciate negli anni scorsi sentenze di condanna definitive nei confronti di soggetti appartenenti al Clan Moccia, ovvero al federato Clan La Montagna di Caivano, nelle persone dello stesso ANGELINO Giuseppe, PETILLO Andrea, LA MONTAGNA Domenico ed i collaboratori di giustizia DI DOMENICO Marcello e ROBERTO Fermo.

In virtรน delle dichiarazioni rese dal PUZIO Michele, a suo tempo processato ed assolto per quellโ€™omicidio, รจ stata ulteriormente approfondita la ricostruzione della fase decisionale che ha portato allโ€™omicidio, e sono emersi gravi indizi di colpevolezza a carico di IAZZETTA Filippo, quale mandante del delitto ed in particolare quale soggetto che aveva dato lโ€™autorizzazione per conto del clan MOCCIA per lโ€™esecuzione dello stesso.

La seconda ordinanza di custodia cautelare scaturisce dai fatti connessi allโ€™omicidio PEZZELLA ed ha per oggetto lโ€™omicidio ai danni di AMBROSIO Aniello, soggetto anchโ€™egli appartenente alle consorterie camorristiche operanti in quella zona, ed accertato il 21 febbraio 2014 allorchรจ nelle campagne di Grumo Nevano era stata rinvenuta una autovettura con il cadavere carbonizzato dellโ€™AMBROSIO, e dopo che due giorni prima erano stati rinvenuti in circostanze simili i cadaveri di MONTINO Vincenzo e SCARPA Ciro.

Dalle indagini svolte, ed in particolare dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia tra i quali ATTANASIO Antonio, affiliato del gruppo camorristico riconducibile al PEZZELLA Francesco, dichiaratosi autore materiale del reato e dello stesso PUZIO Michele, e dai riscontri effettuati dalla Polizia Giudiziaria, sono emersi gravi indizi di colpevolezza nei confronti del predetto PEZZELLA Francesco quale mandante dellโ€™omicidio e di LUONGO Nicola ( giร  condannato per la sua appartenenza sia al clan MOCCIA che al Clan NINO e per lโ€™omicidio ai danni di NAPOLITANO Felice commesso in Roccarainola nel 2003) quale compartecipe materiale.

Il movente, secondo la ricostruzione accusatoria accolta dal Giudice, รจ proprio la vendetta operata dal PEZZELLA Francesco nei confronti dellโ€™AMBROSIO ritenuto un compartecipe dellโ€™omicidio del fratello Mario e concretizzatasi nelle modalitร  particolarmente cruente della esecuzione dellโ€™omicidio; dalle indagini รจ poi emerso che la scia vendicativa, nelle intenzioni del PEZZELLA, avrebbe dovuto attingere altri soggetti ritenuti responsabili ai suoi occhi di quellโ€™omicidio.

Nel medesimo contesto, ed in virtรน delle dichiarazioni confessorie rese da da parte dello stesso PUZIO nella veste di collaboratore di giustizia, รจ stata data altresรฌ esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo dโ€™urgenza emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia relativamente ad un appartamento ed un terreno appartenenti al PUZIO Michele, acquistati con i proventi delle attivitร  estorsive effettuate per conto del clan MOCCIA ed intestati fittiziamente a terzi.


Articolo pubblicato il giorno 21 Luglio 2020 - 12:40


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