E’ fissato per venerdì l’interrogatorio di garanzia per l’ex senatore Sergio De Gregorio, arrestato oggi su richiesta della Dda di Roma. Il gip lo ascolterà nel carcere di Regina Coeli dove si trova detenuto da questa mattina. Nei confronti dell’indagato le accuse sono di estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio.
Drenavano soldi da commercianti e titolari di bar di Roma con minacce e violenze. Poi, il denaro veniva “reinvestito” in società create ad hoc. Un sistema illecito in cui a tirare le fila era l’ex senatore del Pdl, Sergio De Gregorio, raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare in carcere assieme ad altre otto persone. Estorsione, riciclaggio ed auto riciclaggio i reati contestati dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia. Gli uomini della Squadra mobile hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo delle quote sociali, dei conti correnti e del complesso aziendale che fanno parte del patrimonio aziendale di alcune società e un sequestro di circa 480 mila euro. Nell’ordinanza il gip Antonella Minunni non usa giri di parole nel descrivere il modus operandi di De Gregorio, un passato da giornalista ‘d’assalto’ (fu lui a intervistare Tommaso Buscetta in crociera, nel 1995) e una successiva carriera in Parlamento, fino al coinvolgimento nell’inchiesta sulla compravendita di senatori per far cadere il secondo governo Prodi. Per il magistrato De Gregorio ha “una caratura criminale e scaltrezza davvero eccezionale”. Per gli inquirenti De Gregorio e’ “punto di riferimento indiscusso” del gruppo criminale. Una sorta “di stratega, sempre pronto a ‘sistemare’ le cose. E’ lui che risolve le questioni sorte all’interno della banda e che suggerisce ogni volta le strategie difensive”.
E’ “recidivo – aggiunge il gip – avendo riportato, tra l’altro, condanne per corruzione in atto contrario ai doveri d’ufficio”. Il meccanismo creato dal gruppo andava avanti da anni, almeno dal 2016 quando ad essere preso di mira e’ stato il titolare di un bar. Le minacce erano esplicite: “vuoi tenere aperto questo bar o no? Vuoi che torniamo domani mattina e ti mettiamo i sigilli?”, le parole rivolte da uno degli arrestati alla presenza dello stesso De Gregorio per “rafforzare i propositi” e il suo “ruolo di mandante”. Obiettivo era ottenere 80 mila euro da convogliare nelle attività commerciali di cui l’ex parlamentare, assieme ad altro indagato, era titolare occulto. In un altro episodio l’estorsione avveniva tramite la cessione della licenza bar alla vittima con la contestuale sottoscrizione di una clausola risolutiva che consentiva di recuperare la licenza in caso di inadempimento dell’acquirente. Non appena il gestore non è in grado di versare alcune rate, partono le minacce per riottenere la licenza. “Sono venuti da me – racconta il titolare sentito dagli inquirenti – e mi hanno minacciato e in una circostanza addirittura aspettato sotto casa. In diverse occasioni mi avevano consigliato di lasciare il locale e andare via”. Dalle carte dell’indagine emerge che lo stesso De Gregorio era consapevole dei rischi cui il gruppo poteva andare incontro. Nel gennaio del 2017, quando la Procura di Milano ha avviato un procedimento sulla sua attività, l’ex Pdl, parlando con due collaboratori finiti oggi in carcere, ammette di essere preoccupato. “Io già adesso sono convinto che qualche piccolo problema lo prenderemo per carità – afferma – ce lo andiamo a spicciare…non voglio fare il pessimista per carità”.
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