A denunciare la situazione e’ Gabriele Peperoni, segretario provinciale del Sumai, secondo cui ”oggi che ancora siamo in epoca Covid la parola chiave dovrebbe essere piu’ che mai organizzazione con il duplice obiettivo di tutelare i medici, che sono gia’ stati abbandonati in piena emergenza, e i pazienti considerando che la maggior parte dell’utenza ambulatoriale e’ costituita da persone anziane e quindi piu’ fragili ed esposte all’infezione”. Se prima dell’emergenza sanitaria le persone si assiepavano all’interno dei corridoi delle strutture, oggi, in virtu’ delle norme che limitano gli accessi all’interno degli ambulatori, l’utenza si assembra all’esterno, sui marciapiedi davanti ai portoni. ”Far rispettare il distanziamento sociale e’ impresa ardua – spiega Peperoni – un po’ a causa del comportamento delle persone un po’ perche’ evidentemente il sistema Cup non funziona.
Da questo punto di vista potrebbe essere utile rivedere il sistema delle fasce orarie che cosi’ come e’ strutturato poteva andare bene in epoca pre-Covid ma adesso si dovrebbe rimodulare con fasce orarie piu’ strette cosi’ da evitare che troppe persone si riversino negli ambulatori agli stessi orari e anche per consentire a noi medici di effettuare, tra una visita e l’altra, quel minimo di aereazione dell’ambulatorio e di sanificazione almeno delle superfici con cui l’utenza viene a contatto”. Medici che si stanno facendo carico, dunque, anche della sanificazione delle stanze visita degli ambulatori. ”Ormai e’ trascorso un mese dalla ripresa delle attivita’ ambulatoriali – sottolinea Peperoni – e dopo la sanificazione che ha preceduto la riapertura, ci risulta che in molti distretti delle Asl napoletane venga effettuata una sanificazione una tantum. Ci rendiamo conto – conclude – che sanificare strutture ambulatoriali cosi’ grandi necessiti di molte risorse economiche ma una pulizia approfondita almeno una volta a settimana sarebbe il minimo”.
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