“Ho ucciso una donna”. Sono le prime parole che Sergio Guerzoni, 63 anni, un passato da pilota di rally, ha messo insieme dopo essersi presentato ai carabinieri di Fara Novarese.
La donna era Paola Malavasi, 57 anni, una sua ex. Aggredita durante una lite. Morta per strangolamento. Ai militari Guerzoni ha detto di avere perso la testa: ha stretto le mani intorno al collo di Paola sempre piu’ forte finche’ non si e’ accasciata a terra, priva di vita.
Quindi ha deciso di costituirsi. Non ha dovuto fare molta strada: la stazione dell’Arma e’ a due passi dalla sua abitazione. Esaurita la parabola sportiva, che risale agli anni Novanta, Guerzoni aveva aperto un locale a Novara, dove e’ ancora un personaggio molto conosciuto. In seguito chiuse l’attivita’ per trasferirsi a Fara, una ventina di chilometri dal capoluogo. Nel frattempo c’era stata la storia con Paola, una donna di Novara da tempo divorziata e con due figli (un ragazzo e una ragazza ormai grandi). Una relazione che fra alti e bassi si era trascinata per qualche tempo prima di interrompersi del tutto. I due pero’ avevano continuato a vedersi di tanto in tanto e proprio oggi Paola aveva raggiunto Guerzoni a Fara.
Forse per un chiarimento, visto che l’uomo, nonostante la fine del rapporto, manifestava sentimenti di gelosia. O forse anche solo per parlare. “Ho ucciso una donna”, ha detto Guerzoni, e subito i carabinieri sono corsi a casa sua insieme ai soccorritori del 118 sperando di potere ancora fare qualcosa. Ma e’ stato inutile. L’uomo, messo in stato di fermo, e’ stato interrogato a lungo. Resta ancora da capire come sia arrivato a compiere un gesto simile: chi lo conosce dice che non aveva mai manifestato comportamenti violenti. In Piemonte e’ il secondo femminicidio in pochi giorni.
Il 10 giugno, a Volvera, in provincia di Torino, il cinquantasettenne Nicola Cirillo ha ucciso a colpi di pistola l’ex moglie, Cristina Messina, e ha ferito gravemente Giusy Messina, la figlia di 29 anni. Si era separato da quattro anni, ma continuava ad essere tormentato dalla gelosia. Braccato dai carabinieri, si e’ consegnato dopo un paio d’ore. Ieri e’ stato trasferito nel carcere di Ivrea: alle Vallette, dove sulle prime era stato rinchiuso, Giusy Messina lavora come operatrice socio-sanitaria. La giovane resta ricoverata all’ospedale Molinette di Torino in prognosi riservata.
Articolo pubblicato il giorno 14 Giugno 2020 - 21:03