Si fingevano avvocati per truffare anziani, a processo la banda di napoletani in trasferta. Telefonavano agli anziani fingendosi un avvocato, un agente di polizia o un carabiniere, e raccontavano che uno dei loro parenti, spesso il figlio o il nipote di cui conoscevano il nome, era stato coinvolto in un incidente stradale ed era stato arrestato.
A quel punto si facevano consegnare una somma in contanti, spesso di alcune migliaia di euro, oppure gioielli e altri preziosi, necessari per la sua liberazione. Prendera’ il via il prossimo 16 luglio in aula Bunker a Milano il processo, con rito abbreviato, a quattro imputati. Sono stati arrestati nel novembre scorso per avere raggirato oltre venti anziani, di eta’ compresa tra i 79 e i 97 anni, tra il capoluogo lombardo e Torino tra il gennaio 2017 e febbraio 2018. L’inchiesta e’ coordinata dal pm Giancarla Serafini. Le accuse per i quattro, di cui due difesi dall’avvocato Simone Ciro Giordano, sono, a vario titolo, associazione per delinquere e truffa aggravata.
Come si legge in uno dei capi di imputazione, tre di loro sono accusati di avere messo in piedi “una stabile struttura organizzata avente la sua base” a Melegnano (Milano) e “dotata di una precisa ripartizione di ruoli e funzioni tra gli associati”. In particolare, si legge ancora, il capo dell’organizzazione aveva il compito di reclutare i “telefonisti, istruendoli sulle modalita’ operative, portando ogni settimana i preziosi provento dei delitti di truffa a Napoli, per monetizzarli”. Oltre al “telefonista”, appunto, c’era anche “l’operativo”, con il compito di recarsi “presso l’abitazione della vittima (?) presentandosi quale persona inviata dal legale o dal maresciallo, o prelevando materialmente il denaro e/o i preziosi”.
Articolo pubblicato il giorno 12 Giugno 2020 - 15:05