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Omicidio Gallo a San Giorgio, la pista porta al clan Mazzarella

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Omicidio di Raffaele Gallo a San Giorgio, la pista battuta in queste ore dalla polizia porta al clan Mazzarella visto che il fratello Giovanni ha scelto di collaborare con la giustizia diversi anni fa.

 

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L’agguato contro Raffaele potrebbe essere una vendetta trasversale contro il collaboratore di giustizia che ha squarciato il muro di omerta’ in un clan, quello dei Mazzarella di San Giovanni a Teduccio, quasi indenne da pentiti. Giovanni ha in particolare accusato il boss Vincenzo Troia e i fratelli Giuseppe e Andrea Attanasio di essere mandanti ed esecutori materiali del delitto del 2011 nel quale perse la vita il meccanico innocente Vincenzo Liguori, padre della giornalista del Mattino Mary, colpito al cuore da un proiettile vagante nella sua officina. Il vero obiettivo era Luigi Formicola, anch’egli ucciso nel raid. Condannati in primo e secondo grado all’ergastolo furono assolti in corte d’Assise d’Appello dopo un rinvio dalla Cassazione.

Raffaele Gallo, 56 anni, ucciso a San Giorgio a Cremano ieri mattina in un agguato in via Luca Giordano, era da poco stato scarcerato dopo sedici anni di reclusione. Era ritenuto vicino al clan Vollaro, che per anni ha controllato il comune di Portici ma che adesso non ha piu’ uomini sul territorio. Alle 10,50 di ieri mattina, a San Giorgio a Cremano, , e’ stato raggiunto da due sicari che hanno esploso almeno otto colpi di pistola contro di lui, dato che questo e’ il numero dei bossoli trovati a terra tra il corpo e lo scooter a bordo del quale viaggiava.

“Sembra si tratti di un regolamento di conti in ambito camorristico, legato a dinamiche che ovviamente ad ora sono al vaglio degli inquirenti”, spiega il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno. “La criminalità organizzata – aggiunge Zinno – è una piaga che le istituzioni combattono incessantemente su larga parte del territorio nazionale e che, stavolta, ha agito nella nostra città. La camorra è un male da estirpare e anche stavolta siamo pronti a fare la nostra parte: abbiamo immediatamente messo a disposizione della Polizia di Stato le immagini del nostro sistema di videosorveglianza. Abbiamo totale fiducia nell’operato dell’autorità giudiziaria e negli inquirenti che sapranno far luce su quanto accaduto, assicurando alla giustizia i responsabili del raid. Ogni altra parola sarebbe superflua e saprebbe di strumentalizzazione politica. Anche stavolta, la nostra comunità si mostrerà unita contro un nemico più grande”, conclude Zinno. (

 


Articolo pubblicato il giorno 17 Giugno 2020 - 06:32


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