Al termine del Consiglio comunale sono sette i consiglieri che hanno depositato le proprie dimissioni con l’obiettivo di far cadere l’amministrazione de Magistris prima della scadenza naturale fissata per la primavera 2021. A firmare il documento, redatto alla presenza del notaio Giampiero de Cesare, sono stati i consiglieri Stanislao Lanzotti (FI), Marco Nonno e Andrea Santoro (Fdi), Vincenzo Moretto (Lega), Aniello Esposito e Salvatore Madonna (PD) e Domenico Palmieri (Napoli popolare).
A loro -a quanto riferito dai promotori dell’iniziativa – nei prossimi giorni dovrebbero aggiungersi Mara Carfagna e Salvatore Guangi (FI) e Federico Arienzo (PD). Per far decadere l’amministrazione sono necessarie 21 firme. Il primo firmatario e promotore della raccolta firme e’ stato il capogruppo di Forza Italia, Lanzotti. A quanto spiegato, dal momento in cui è protocollata la prima firma, ci sono cinque giorni di tempo per aderire e consegnarle così da rendere effettive le dimissioni.
Il documento sara’ consegnato soltanto se saranno raggiunte le 21 firme necessarie allo scioglimento anticipato del Consiglio. Al momento non sembrano intenzionati a dimettersi i consiglieri del M5s che hanno definito la raccolta delle firme “un atto elettorale” ed hanno invitato i consiglieri di tutte le forze di opposizione a “far cadere la Giunta con un atto politico, con il voto sul rendiconto che va approvato entro il 30 giugno, sancendo cosi’ il fallimento dell?amministrazione”. Sulla stessa lunghezza d?onda i consiglieri de La Città, Roberta Giova, Diego Venanzoni e Alessia Quaglietta secondo cui il sindaco va sfiduciato “attraverso un dibattito politico e non con una sterile e inutile raccolta di firme davanti a un notaio”. Non firma, almeno per ora, il neo gruppo di Italia Viva che è rappresentato in Consiglio da Carmine Sgambati (capogruppo), Gabriele Mundo e Manuela Mirra. “Se saranno raccolte 18 firme – spiega Mundo – noi non ci sottrarremo e saremo gli altri tre per arrivare a quota 21 ma chiederemo anche che siano rimesse le deleghe di Pd e Forza Italia in Città metropolitana”.
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