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Napoli, villa Floridiana: accessibili solo il prato centrale e il Belvedere. Non riapre il museo Duca di Martina

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Delusione e rabbia: oltre cinque mesi solo per rimuovere il pino caduto
Domani non riapre neppure il museo Duca di Martina

” Stamani – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, promotore di una petizione online, indirizzata al ministro Franceschini, per chiedere la riapertura del parco della Villa Floridiana, petizione che ha superato le 330 sottoscrizioni, – ho effettuato un sopralluogo in via Aniello Flacone, presso uno dei due ingressi alla villa Floridiana, dal quale da domani, 2 giugno, dopo ben 162 giorni di chiusura, avvenuta il 23 dicembre del 2019, si potrà finalmente accedere al parco, al fine di constatare personalmente a che punto erano i lavori e come si presentasse la situazione “.

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” Con mio profondo sconcerto e grande delusione – afferma Capodanno -, ho potuto così constatare che sui cancelli chiusi non era stato neppure apposto un avviso che annunciasse la riapertura e gli orari di apertura e di chiusura, analogamente a quanto era stato già riscontrato sui cancelli chiusi dell’altro ingresso su via Cimarosa . Nel primo pomeriggio ho anche chiamato al numero telefonico presente sul sito ma mi hanno risposto che neppure loro sapevano gli orari di apertura e di chiusura del parco, a partire da domani. L’unica cosa certa era che l’accesso limitato all’aiuola grande e al Belvedere, mentre tutto il resto del parco rimaneva recintato “.

” Aggiungo – continua Capodanno- che all’esterno del cancello su via Aniello Falcone si notavano diverse fioriere, disposte alla rinfusa, all’interno delle quali non c’era più neppure un filo d’erba. mentre sulla sinistra, in un’aiuola dove si trova la palina segnaletica, l’erba, evidentemente non rasata da mesi, aveva formato una sorta di minisavana, invadendo anche il marciapiede antistante “.

” Una situazione di squallore e di abbandono che, se non si provvede in queste ultime ore prima della riapertura, è destinata a rappresentare un pessimo biglietto da visita per i visitatori che da domani potrano accedere solo all’aiuola centrale e al belvedere – sottolinea Capodanno -. Come se non bastasse, non sarà possibile neppure visitare il museo di Duca di Martina, posto nella zona accessibile del parco, all’interno del quale è custodita una delle maggiori collezioni italiane di arti decorative “.

” Alla fine – puntualizza Capodanno – l’unica cosa certa che sarebbe stata fatta in tutto questo tempo, vale a dire in oltre cinque mesi, sarebbe stata la rimozione del pino, abbattutosi proprio nel prato grande in occasione della tempesta del 22 dicembre 2019, dal momento che, tra l’altro, non si è riusciti ancora neppure a completare le verifiche che avrebbero consentito la riapertura anche dell’ingresso su via Cimarosa, semplicemente ripristinando la situazione esistente prima dell’ultima chiusura, consentendo altresì l’accesso anche all’area sopraelevata dove si trova uno dei tetri storici di Napoli, il teatro della Verzura, realizzato dall’arch. Antonio Niccolini “.

” Da considerare inoltre che una volta poi che saranno terminati i lavori di somma urgenza, cosa che ci auguriamo avvenga in tempi rapidi – aggiunge Capodanno -, rimarranno da effettuare i lavori per la manutenzione e messa in sicurezza delle restanti aree, già inaccessibili prima della chiusura del dicembre dell’anno scorso, lavori che dovrebbero essere effettuati con i due milioni di euro annunciati fin da marzo 2019, dunque oltre un anno fa. Al riguardo, nella nota di risposta pervenutami nei mesi scorsi dal MIBACT ci si limitava ad affermare che era in itinere il provvedimento di assegnazione dei fondi necessari. Lavori che, tra gara d’appalto, consegna dei lavori e loro completamento, richiederanno tempi certamente più lunghi “.

” In conclusione – conclude Capodanno – anche considerando che, allo stato, restano irrisolti pure i problemi del personale addetto espressamente alla manutenzione ordinaria, alla pulizia e alla guardiania del parco, non si possono che esprimere disappunto e rabbia, visto che si sono praticamente sprecati ben cinque mesi, durante i quali si potevano eseguire tutti i lavori necessari per restituire alla piena fruizione l’antico parco borbonico, unico polmone di verde pubblico a disposizione di un quartiere, il Vomero, che conta circa 50mila residenti “.

Capodanno, anche a nome dei tanti “amici della Floridiana” che sull’apposita pagina del social network Facebook hanno toccato quota 2.800, annuncia che continuerà la battaglia sia per la riapertura in tempi rapidi dell’altro ingresso su via Cimarosa, sia per la piena e totale fruizione dell’intero parco con i lavori da eseguirsi con i fondi messi a disposizione dal ministero competente.


Articolo pubblicato il giorno 1 Giugno 2020 - 19:56


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