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Marano, in 4 nell’auto con pistola, coltello e caschi integrali: arrestati 3 giovanissimi, minorenne denunciato

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Marano: In 4 nell’auto con pistola, coltello e caschi integrali. Carabinieri arrestano 3 ragazzi dopo un inseguimento. Risponderanno di concorso in porto di arma clandestina, porto di oggetti atti ad offendere e ricettazione.

 

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Sono i membri di una banda composta da tre maggiorenni e un minorenne tutti già noti alle forze dell’ordine: Rossi Vincenzo 23enne, Vincenzo Bevivino 22enne e Giovanni Sterlino 19enne. Con loro anche un 16enne. I tre sono stati arrestati e condotti al carcere di Poggioreale mentre il minore è stato denunciato. C’e’ anche il giovane bersaglio dei killer che nella notte del 17 maggio di un anno fa tentarono un agguato all’interno dell’ospedale Pellegrini di Napoli tra i quattro ragazzi fermati dai carabinieri.

La scorsa notte i Carabinieri di Marano, durante un servizio di controllo del territorio, hanno notato nel centro della cittadina le manovre sospette di una Jeep con a bordo quattro ragazzi che, alla vista dei militari, hanno accelerato cercando di fuggire. Ne è nato un inseguimento terminato in Via Santa Maria a Cubito del quartiere Chiaiano di Napoli, zona della quale i due membri della banda – ovvero Rossi e Bevivino (cugini) – sono originari.

Raggiunti e fermati, i ragazzi senza opporre resistenza hanno fornito i documenti ai carabinieri risultando in regola.

I militari hanno comunque voluto approfondire il controllo: non riuscivano a spiegarsi come questi giovani, nonostante in regola, avessero tentato di fuggire. Perquisita l’auto, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato una pistola Beretta semiautomatica cal. 7,65, sul tappetino poggiapiedi del passeggero. Inoltre, in una tasca dei sedili posteriori, vi erano delle forbici di ferro e un coltello a serramanico di 15 centimetri. Nel bagagliaio dell’auto quattro caschi semi-integrali con visiere oscurate.

La pistola – pronta all’uso completa di un caricatore con 5 proiettili e con matricola abrasa – sarà sottoposta ad accertamenti per verificare il suo utilizzo in fatti di sangue.

Sono in corso indagini finalizzate a comprendere se i ragazzi si siano resi responsabili nella notte o nei giorni scorsi di reati, anche in considerazione del ritrovamento nel veicolo di un orecchino d’oro di dubbia provenienza.


Articolo pubblicato il giorno 20 Giugno 2020 - 11:12


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