Il mondo dello Spettacolo, in tutte le sue ramificazioni e specificità, oltre ad essere patrimonio collettivo della nostra comunità, è una risorsa economica fra le più importanti in Italia ed il sostentamento principale per decine di migliaia di famiglie. Questo settore è stato messo in ginocchio dall’emergenza COVID-19, in quanto, data la sua implicita natura aggregativa, è stato il primo a chiudere e sarà l’ultimo a riaprire. Non potendo beneficiare di ammortizzatori sociali e della maggiore stabilità economica dei grandi Enti Lirici e delle grandi organizzazione private, coloro che risultano più colpiti in questo comparto sono proprio i lavoratori attivi nelle realtà più piccole, quelle, cioè, che costituiscono l’humus culturale della nostra comunità. Le ridotte dimensioni economiche di suddette realtà, l’elevata tassazione, la complessità burocratica unita alla sporadicità degli eventi, tende purtroppo a favorire in questi ambienti il lavoro nero che rende moltissimi piccoli operatori invisibili agli occhi dello Stato. Saranno in tanti i lavoratori e le lavoratrici, gli operatori e i performer dello Spettacolo che, quando gli sarà concesso, torneranno ad approcciarsi con i gestori degli spazi performativi in maniera diversa, per poter lavorare in maniera chiara e tracciabile. D’altro canto i gestori e gli organizzatori, sommersi a loro volta dalle difficoltà di uno stop prolungato, potrebbero facilmente arrendersi e decidere di sospendere l’attività dal vivo. Ciò porterà alla scomparsa di un piccolo ma fondamentale mondo di scambi culturali, fondamentale per i giovani artisti emergenti, che vedrebbero sparire molti luoghi d’esibizione e di maturazione artistica, ragazzi spesso iscritti nei conservatori, negli IMP, nei licei musicali, nelle Scuole di Danza e in quelle teatrali che nutrono speranze, e potrebbero decidere di interrompere tali percorsi se la strada già difficile che hanno intrapreso diventasse oramai quasi chiusa.
C’è bisogno di un tavolo aperto con le autorità competenti in materia quali Assessorati alla cultura comunali e regionali oltre che con i canali ministeriali , che possa portare alla stesura di una serie di riforme che aiutino la ripartenza della fruizione della cultura e dello spettacolo, ce n’era già bisogno prima ma adesso diventa un imperativo. La nostra Petizione si divide in quattro fondamentali proposte già discusse con vari comparti di lavoratori, lavoratrici ed esercenti dello Spettacolo:
Invogliamo e favoriamo il Live. Riprendere la Proposta di Legge sulla Siae presentata il 21 Aprile 2016 (referente all’atto C. 3769 Modifiche all’articolo 7 del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112) per gli spettacoli fino a 200 spettatori, e ampliandola con un alleggerimento progressivo per quelli dai 200 ai 500 spettatori.
Emergiamo dal sommerso, a tutti i livelli: istituendo fasce di contribuzione differenziate in base ai cachet, una bassa per ingaggi minimi dove gestore e lavoratore sottoscrivono, tramite autodichiarazione, un contratto standard di rimborso spese con contribuzione obbligatoria forfettaria che vada a confluire nel FPLS per aiutare i lavoratori intermittenti; una fascia media con contributo minimo individuale aggiunto al forfettario ed una fascia a contribuzione piena per ingaggi di alto profilo professionale. Chiediamo inoltre l’armonizzazione di FPLS e gestione separata per potere accedere agli ammortizzatori e poter richiedere indennità di disoccupazione anche da lavoratori autonomi.
Aiutiamo gli spazi performativi attraverso l’applicazione delle già previste “Detrazioni fiscali su imposte locali convertite in credito d’imposta” e, per quelli abilitati alla vendita di bevande, alleggerendo l’IVA su quest’ultime, attualmente pagata due volte, all’acquisto e alla vendita. Ulteriore aiuto può essere dato alle realtà (associazioni ed enti) che non ricevono i fondi del FUS, implementando per loro un percorso preferenziale di’accesso ai fondi regionali (FESR).
La Cultura non è un lusso. Rilanciare il consumo applicando la riduzione dell’IVA al 4% (di cui attualmente beneficiano i codici internazionali ISBN e ISSN) anche ai supporti audio, audio-visivi ed audiotattili. Portando beneficio alle etichette discografiche, al commerciante, all’industria dei supporti e dei riproduttori.
Questi punti, che abbiamo appurato essere tra i più sentiti e condivisi attraverso dozzine di scambi, confronti e videoconferenze, se messi in atto, potrebbero essere parte di un pacchetto di Riforme che rilancia il consumo di Musica, Teatro e Danza a più livelli, garantendo sostegno a tutte le fasce, dallo studente, all’emergente, fino all’artista affermato. È l’occasione questa per dei provvedimenti importanti che demarcano una linea tra un “prima” e un “dopo”.
https://www.change.org/p/ministero-dei-beni-culturali-riformarti
Ercolano. Momenti strazianti e di dolore all'arrivo dei genitori del giovane Samuel, il 18enne albanese… Leggi tutto
Un deciso "no" al piano alternativo ai licenziamenti presentato dalla multinazionale dell’elettronica Jabil è stato… Leggi tutto
Ansia per la scomparsa di Alina Petrenko una donna di 50 anni, di origini rumene,… Leggi tutto
Castellammare. In un clima di forte tensione stamane ha riaperto la scuola media "Catello Salvati"… Leggi tutto
Napoli. Omicidio in serata a Ponticelli. Il cadavere di un uomo con precedenti penali è… Leggi tutto
Due imprenditori cinquantenni di Cesa sono stati indagati per stalking e tentata estorsione ai danni… Leggi tutto