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Inquinamento, a Sud di Napoli si vive 5 anni in meno. La Senatrice La Mura scrive al Ministro Costa: “Verificare lo stato delle bonifiche”

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Inquinamento, a Sud di Napoli si vive 5 anni in meno. La Senatrice La Mura scrive al Ministro Costa: “Verificare lo stato delle bonifiche”. “Nei comuni incidenti nell’area di competenza dell’ASL Na 3 Sud si vive, mediamente, cinque anni in meno rispetto a tutte le ASL della Regione Campania per conseguenze legate all’inquinamento ambientale.

A lanciare l’allarme – fa sapere la Senatrice – è stato il medico Orfeo Mazzella, presidente dell’ Associazione no profit Forum Campano di Associazioni di Malattie Rare, nonchè appartenente all’associazione ISDE Medici per l’Ambiente che ha contribuito alla formulazione dell’interrogazione parlamentare, depositata dalla Senatrice La Mura,  al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “La mortalità rappresenta un indicatore finale e complessivo di esito che rimanda a una serie di altri fattori in grado di determinarla, primi fra tutti l’incidenza e prevalenza delle malattie e i livelli di prevenzione attivati sul territorio. E’ necessario quindi – si legge nell’interrogazione – rivedere e programmare in modo mirato le attività delle ASL in materia di prevenzione primaria o secondaria”. La richiesta fatta al ministro Sergio Costa è di verificare lo stato delle attività di bonifica nei siti censiti nel Piano Regionale di Bonifica ricadenti nei comuni dell’ASL Na 3 Sud e accertare, attivandosi nelle sedi di competenza, quali siano le attività di prevenzione, promozione e protezione ambientale intraprese nei 56 comuni della ASL “Napoli 3 Sud” al fine di rimuovere le possibili cause di malformazioni congenite ambiente correlate.

Il territorio in questione racchiude oltre 50 comuni, per esattezza 65, che presentato gravi o gravissime criticità ambientali così come si evince dal Piano Regionale di Bonifica, la situazione diviene allarmante ancora di più nei comuni insistenti nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno, fiume classificato il più inquinato d’Europa. Si tratta di un inquinamento dovuto principalmente da tre fattori. E’ quanto emerse già nel lontano 2006 quando la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle cause dell’inquinamento scrisse nella relazione finale che l’inquinamento del fiume era (ed è) dovuto alla combinazione di tre fonti di inquinamento: urbano, agricolo e industriale. Benché da anni ad oggi qualche intervento sia stato concluso la situazione non è migliorata di molto. L’interrogazione parlamentare della senatrice La Mura parte dai dati consultabili dal sito internet del Ministero della Salute.

“I trend dei tassi di mortalità per il periodo 2006-2014 – si legge –  con le variazioni percentuali annue (percentuale di variazione annua –  APC) riguardanti l’Italia, la Regione Campania e le singole aziende sanitarie locali (ASL), mostrano, per le malformazioni e deformazioni congenite, anomalie cromosomiche nei maschi della Regione Campania, una variazione percentuale significativamente aumentata con un trend

APC +3.1 in tutta la Campania”. Nel territorio dell’ASL Napoli 3 Sud i dati aumentano indicando una percentuale di variazione annua di +7,5. Si tratta di un territorio molto vasto che comprende i 56 comuni dell’area Sud di Napoli.

“Quasi in tutti i comuni si registrano  gravi o gravissime criticità ambientali, come chiaramente si evince dal Piano Regionale di Bonifica (PRB), approvato dalla Giunta della Regione Campania con delibera 129 del 27/05/2013, che puntualmente indica le attività insistenti sui siti, precisando se si tratta di attività produttive, punti vendita carburanti, o se il sito è destinato al trattamento di rifiuti o interessato dall’abbandono di rifiuti”. Nell’area “Litorale Vesuviano” in cui rientrano i Comini di Boscoreale, Boscotrecase, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata, San Giorgio a Cremano, Portici, Terzigno, Trecase, Pompei e Castellammare di Stabia. “Nei predetti comuni – si legge nel testo – sono stati censiti 367 siti potenzialmente inquinati; inoltre, il Piano include nell’ambito dei siti potenzialmente contaminati il territorio rientrante nell’ex SIN del “Bacino Idrografico del fiume Sarno”, in relazione al quale è stato scientificamente documentato il trasferimento di metalli pesanti dalle matrici ambientali agli esseri umani. Nell’ex SIN sono stati censiti oltre 800 siti potenzialmente inquinati, molti dei quali sono compresi nei Comuni che appartengono all’ASL “Napoli 3 Sud”. Si fa, in particolare, riferimento ai comuni di Poggiomarino, Striano, Castellammare Di Stabia, Boscoreale, Torre Annunziata, Pompei, Sant’ Antonio Abate, Santa Maria La Carità, Casola Di Napoli, Lettere.

 

Articolo pubblicato il giorno 25 Giugno 2020 - 13:55

Antonio Carlino

Collaboratore di lunga data di Cronache della Campania Da sempre attento osservatore della società e degli eventi. Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni.

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