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Il pentito accusa: ‘Luigi Cesaro mi diede 10 mila euro per comprare voti’. TUTTI I NOMI DEGLI ARRESTATI

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“Fui convocato da Luigi Cesaro, che mi diede diecimila euro per effettuare gli acquisti di schede elettorali. Poi ci tenne a farmi delle raccomandazioni: mi disse di controllare il lavoro dei galoppini, ma anche di verificare la corrispondenza dei soldi investiti, scheda per scheda, e i voti portati a casa”. Ad accusare il senatore di Forza Italia, Luigi Cesaro, è il pentito di camorra Ferdinando Puca.

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Il politico è indagato nell’ambito dell’inchiesta che ieri ha portato all’emissione di ben 59 misure cautelari tra camorristi dei clan Puca, Verde e Ranucci operanti a Sant’Antimo e dintorni e imprenditori, funzionari comunali e politici tra i quali i suoi tre fratelli Antimo, Raffaele e Aniello.

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Il pentito spiega anche il “sistema elettorale” di Luigi Cesaro: “Insisteva su un punto: controllare la corrispondenza di soldi e voti, secondo le modalità concordate, perché è questo il motivo che spinge i politici a rivolgersi alla camorra…Mi disse che dovevo comprare le schede elettorali con i 10mila euro che mi diede, dovevamo poi controllare se qualcuno vendeva due volte il suo voto e dovevamo picchiare se qualcuno non rispettava i patti. I Cesaro avevano persone nei seggi, poi c’erano i galoppini che prendevano dieci euro, mentre il voto costava 50 euro per ogni elettore… E siccome la campagna elettorale andò bene, Antimo e Luigi Cesaro mi ricompensarono dandomi 35mila euro, che io divisi con Pasquale Verde, alias o cecato”.

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Nell’ordinanza molte pagine sono dedicate al recordman di preferenze alle elezioni amministrative del 2017. Francesco Di Lorenzo (detto Pio o Piuccio), già consigliere comunale di Forza Italia a Sant’Antimo, negli anni scorsi presidente del Consiglio comunale in quota PdL, è una delle figure centrali dell’inchiesta della Dda partenopea sui tre clan di camorra (Puca, Verde e Ranucci), operanti a Sant’Antimo. Secondo il Gip del tribunale di Napoli, che ha disposto la misura degli arresti domiciliari nei suoi confronti, Di Lorenzo svolgeva il ruolo di “interfaccia e referente politico del clan Puca – si legge nell’ordinanza – con la componente che per almeno un decennio (2007-2017) ha governato la città di Sant’Antimo”. L’ex consigliere di FI viene considerato “un esponente di rilievo del clan Puca”, l’uomo “cerniera che si pone a cavallo tra l’imprenditoria, la politica e il clan di appartenenza”. All’interno del mobilificio di proprieta’ di Francesco Pio Di Lorenzo avvenivano “veri e propri summit”, e il politico non si limitava ad ospitare le riunioni del clan ma “interveniva nelle decisioni”, scrive il Gip. Presenti ad alcuni riunioni nel mobilificio anche i fratelli Cesaro, compresi alcuni appuntamenti a cui ha preso parte il senatore di Forza Italia Luigi Cesaro (indagato ma non colpito da misura cautelare). In un’occasione (l’8 febbraio 2018), a una riunione nel mobilificio era presente anche la consigliera regionale di Forza Italia in Campania Flora Beneduce (non indagata). In due occasioni, il senatore di FI avrebbe richiesto sostegno per la candidatura al Senato di Beneduce (la consigliera regionale si candido’ alle politiche 2018 ma non risulto’ tra gli eletti) allo stesso Di Lorenzo.  Secondo quanto dichiarato da un collaboratore di giustizia, quel mobilificio sarebbe stato impiegato anche nel 2006 per un incontro tra il capoclan Pasquale Puca e “l’ex senatore Sergio De Gregorio in occasione della visita a Sant’Antimo di quest’ultimo in relazione alla sua candidatura per il Senato alle elezioni politiche del 2006, nella circoscrizione Campania, nella lista Italia dei Valori”. Ma non e’ tutto. Di Lorenzo avrebbe avuto un “rapporto privilegiato” con due carabinieri della tenenza di Sant’Antimo (per un militare e’ stata disposta la custodia in carcere, per l’altro l’interdizione dal pubblico ufficio) che avrebbero messo in campo azioni di depistaggio o che comunque fornivano a Di Lorenzo notizie su indagini in corso.

IN CARCERE

ABBATE LUIGI

ANGELINO ARMANDO

BATTISTA MICHELE

BORTONE CESARIO

CAPPUCCIO NELLO

CESARO ANTIMO

CICCARELLI PIETRO

D’APONTE VINCENZO

DI DOMENICO GIUSEPPE

DI LORENZO DOMENICO

DI LORENZO FRANCESCO PIO

DI LORENZO RAFFAELE

DI MARINO VINCENZO

DI SPIRITO FRANCESCO

FANTINATO STEFANO

FEMIANO RAFFAELE

FERRIERO AMODIOì

FERRIERO ANTONIO

GAROFALO GIUSEPPE

IORIO ANTONIO

MAGGIO PASQUALE

PETITO ANTIMO

PETITO CAMILLO

PUCA ANTIMO

PUCA LORENZO

PUCA LUIGI

PUCA LUIGI

PUCA NICOLA

PUCA PASQUALE

PUCA TERESA

RANUCCI ALESSANDRO

RONGA FILIPPO

RUSSO AGOSTINO

SAVIANO SALVATORE

SCARANO FRANCESCO

SCHIAVONE LUIGI

VALENTINO CLAUDIO

VERDE PASQUALE

AGLI ARRESTI DOMICILIARI

BELLOTTI FRANCESCO

BORZACHIELLO FILIPPO

BORZACHIELLO FRANCESCO

CANTIELLO ARCANGELO

CESARO ANIELLO

CESARO RAFFAELE

CHIARIELLO CORRADO

DI LORENZO ALFREDO

DI LORENZO LUIGI

DI LORENZO VINCENZO

FLAGIELLO GIANCARLO

GOLINO GAETANO

GUARINO ANGELO

MARCIANO ANTONIO

PETITO CARMINE

PETITO FRANCESCO

PEDATA FERDINANDO

VERDE MARTA

OBBLIGO DI FIRMA

DI LORENZO ANTIMO

PAPPADIA TERESA

INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI

TOTA VINCENZO TERLIZZI


Articolo pubblicato il giorno 10 Giugno 2020 - 00:15 / di Cronache della Campania


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