La morte è sopraggiunta nella sua casa di New York per cause naturali. Aveva 84 anni Christo e a settembre avrebbe dovuto impacchettare l’Arco di Trionfo a Parigi.
“Christo ha vissuto la sua vita nel modo più pieno, non solo sognando ciò che sembrava impossibile, ma realizzandolo.”, dichiara il suo ufficio in seguito al decesso.
Christo Vladimirov Javacheff, conosciuto come Christo, era uno dei maggiori rappresentanti della Land Art e dei realizzatori di opere su grande scala. Nato il 13 giugno 1935 a Gabrovo, in Bulgaria, lasciò il suo Paese nel 1957, prima per Praga e poi Vienna e Ginevra. Nel 1958 andò a Parigi, dove incontrò Jeanne-Claude Denat de Guillebon, che diventò non solo sua moglie, ma anche compagna di vita nella creazione di opere d’arte.
Il lavoro artistico della coppia ha fatto riunire le persone e condividere le esperienze. I due hanno sempre chiarito che desideravano i loro lavori artistici in progress fossero proseguiti dopo le loro morti. Per desiderio di Christo, ‘L’Arc de Triomphe, Wrapped’ a Parigi, in Francia, è ancora in programma per il periodo 18 settembre-3 ottobre del 2021.
L’operazione per impacchettare il monumento, già slittata una prima volta in autunno da questa primavera, aveva dovuto essere ulteriormente spostata a causa dell’epidemia di Covid-19.
In Italia, Christo e Jeanne-Claude hanno realizzato le opere degli esordi. A partire dalla fine degli anni ’60, quando al Festival dei Due Mondi di Spoleto avvolsero nel propilene bianco e corde la Fontana di Piazza del Mercato e il Fortilizio dei Mulini, che rimasero impacchettati per tre settimane. La stessa cosa avvenne nel 1974, quando a Roma fu avvolta Porta Pinciana e un tratto lungo 250 metri delle Mura Aureliane. In quell’occasione, il progetto fu coordinato da Guido Le Noci, amico di lunga data dell’artista e proprietario della Galleria Apollinaire che aveva ospitato nel 1963 due personali di Christo e Jeanne-Claude. Anche Milano aveva visto la coppia all’opera: nel 1970 fu impacchettata la statua equestre di Re Vittorio Emanuele II in piazza Duomo e il monumento a Leonardo da Vinci in piazza della Scala. L’occultamento delle due statue fu accompagnato dalle aspre critiche dei cittadini che addirittura diedero fuoco ai teli che avvolgevano la statua di Dante in segno di protesta.
Nle 2016 Christo ritora in Italia ma questa volta senza sua moglie. Torna per l’installazione Floating Piers diventata popolarissima, soprattutto nell’era di Instagram. Oltre un milione i visitatori per 16 giorni di apertura. 283 milioni l’impatto sull’economia del territorio del Lago di Iseo, che mai come quel momento era stato così frequentato.
Il progetto di Christo e Jeanne-Claude aveva reso, ancora una volta, reale e tangibile l’impossibile e, dopo aver messo d’accordo tutti – esperti d’arte e semplici fruitori -, arriva la realizzazione di un docu-film che racconta l’intero percorso compiuto per la realizzazione di Floating Piers.
Ostinato, a volte spigoloso, combattivo e infaticabile, ha rincorso le sue visioni provando sempre a realizzare i suoi sogni. Lo ricordiamo con una frase in una lettera del 1958. Christo scrisse: “La bellezza, la scienza e l’arte trionferanno sempre”.
Articolo pubblicato il giorno 1 Giugno 2020 - 10:30